Agata Alù, 79 anni - Caltanissetta - 29 ottobre 1911 - 21 luglio 1991

 

    Lì per terra, morente, non c’era una donna anziana, non c’era una donna qualunque, c’eri tu, mamma, e avevi un nome, una vita, affetti e amore.

     Vivevi la tua vita con serenità e imprimevi dignità a ogni gesto.

     Ci hai amato molto e sei stata amata molto. 

     Nessuno ora sentirà più le tue parole che pronunciavi con dolcezza e nessuno più avrà la gioia di guardarti in quegli occhi leali e puri.

     Eri una donna semplice, saggia, signorile, umile, discreta e piena di pudore, eppure quella sciagurata automobile ti ha offesa in tutto ciò che eri, ha mortificato la tua riservatezza perché sei stata straziata e trascinata per terra come un cencio, alla mercé di sguardi curiosi, indiscreti o pietosi. 

     Il tuo corpo così flagellato è stato profanato e privato del suo candore. 

     Stavi andando in chiesa per pregare e per cantare il tuo inno preferito: “prendimi per mano o Dio mio … “. Sapevi che un giorno il Signore ti avrebbe voluto con Sé, ma volevi rispondere alla Sua chiamata secondo lo stile che ti era naturale: morire con dignità, nella tua casa, nel tuo letto, fra le cure e le attenzioni dei tuoi figli e le carezze di quei nipoti che ti adoravano e che hai tanto amato.

     Voglia il Cielo ricomporre quel corpo che la scelleratezza degli uomini ha dissacrato.

     Voglia il Cielo renderti quella Giustizia che la giustizia umana non ha saputo darti lasciando impunito chi ti ha ucciso.

     Voglia il Cielo farti riposare in un letto di candidi fiori come eri tu.

tua figlia Giusi Alù   

 

                                                                                                                                                                  

associazione italiana familiari e vittime della strada