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Elisa era nata a Ravenna il 15 agosto 72;
diplomata in ragioneria come esperta in commercio con l’estero,
lavorava come impiegata a Milano Marittima.
La sera del 13
febbraio 1995 stava tornando a casa dal lavoro con la sua auto sulla
statale Adriatica: di solito rientrava verso le 20 e se tardava
avvisava; quella sera dunque alle 20,30, privi di notizie, cominciammo a
preoccuparci, tanto che mia moglie decise di andarle incontro in auto.
Alle
21, dopo una telefonata dall’ospedale, mi precipitai al pronto
soccorso, ancora sperando non fosse accaduto nulla di grave a nessuna
delle due; trovata mia moglie nel corridoio, avemmo da un medico la
terribile notizia che Elisa era in gravissime condizioni a seguito di un
incidente.
E di lì
a poco nostra figlia cessò di vivere.
Sulla
dinamica dell’incidente siamo riusciti solo a sapere che l’auto era
finita nella scarpata laterale destra, rovesciandosi; ci è stato detto
che non c’era stato scontro, ma sull’asfalto c’erano dei segni
molto visibili come se l’auto avesse frenato e sterzato
improvvisamente per evitare qualcosa; e in realtà l’uscita di strada
è avvenuta in prossimità di una sterrata laterale nella quale di notte
sostano camper di prostitute, con gran via vai di auto di clienti che vi
entrano e ne escono sull’Adriatica.
Ho
cercato più volte, con appelli sui giornali sia locali che delle
province vicine, qualcuno che avesse il coraggio di testimoniare su
quanto era accaduto; non ho mai avuto risposta e dovremo continuare a
vivere nel dubbio che nostra figlia sia morta per una colpa che non
potremo mai provare: di certo c’è che Elisa conosceva molto bene
quella strada, perché da vari anni la percorreva quattro volte al
giorno, e che l’Adriatica è una strada molto trafficata: non è
credibile che nessuno abbia visto.
Dopo
circa un anno, in mancanza di testimoni, il caso è stato archiviato.
Elisa era una ragazza
sempre gioviale e allegra, ricordata da tutti per il sorriso e la
gioia di vivere che sapeva trasmettere agli altri.
Resta
così, per sempre, nei nostri cuori e nei nostri pensieri.
mamma Bruna e papà Mario Camillini
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