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Eri già stato provato tanto a 9 anni, quando il babbo è morto e siamo
rimasti soli tu, Tatiana ed io.
E’ iniziato allora il nostro cammino, in salita ma con tanto
amore ad unirci; io ti chiamavo “il mio piccolo grande uomo” e
qualcuno mi ha detto che eravamo come i petali di un fiore,
inscindibili, incapaci di stare l’uno senza l’altro.
Dai tuoi occhi traspariva la tua
dolcezza, la tua bontà, l’allegria che ti aveva reso amico di tanti.
Alle 19,30 di quella maledetta sera del
26 agosto, mentre rientravi dal lavoro, l’auto di un folle lanciata ad
altissima velocità ti ha preso in pieno, ti ha ucciso schiacciandoti
contro un pino.
Adesso quel folle, “punito” con un
anno di reclusione non scontata perché sospesa, guida tranquillamente
di nuovo, mentre tu non ci sei più, oggi e per sempre: e questa
indifferenza, del responsabile e della “legge”, aggiunge amarezza al
dolore.
Sai che né io né Tatiana potremo mai
darci pace: soltanto speriamo che tu sia ancora vicino a noi, fra il
vento che ci accarezza e il sole che splende alto nel cielo.
la mamma Fiorella e la sorella Tatiana
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