|
Stefano Malavasi è morto il 5 giugno 92, a 15 anni, investito, mentre con altri ragazzi pedalava lungo un viale,
dal rimorchio di un autoarticolato che marciava in senso opposto e che si era staccato dalla motrice.
In seguito è stato accertato che sotto le ruote dello stesso autista era morto il 1° marzo 1970 un altro ragazzo,
Tonino Molinari di 14 anni; che qualche giorno prima di quel 5 giugno l'autista aveva trattato in officina
il gancio "colpevole" del distacco del rimorchio; che quel giorno viaggiava a 75 km/h in un tratto col limite dei 50;
che il mezzo era fuori revisione, con le gomme lisce, con un assetto di marcia che non garantiva l'immediato
blocco del rimorchio in caso di distacco.
Tutto chiaro? No, perchè il gancio è stato riconsegnato all'autista, il dado è sparito e non è stato più ritrovato,
il GIP ha assolto ritenendo di non poter dire se il pezzo si era sfilato o spaccato; la sentenza è stata
impugnata dalla Procura e il processo penale è aperto - anche se vicino alla prescrizione -
davanti alla Corte d'appello di Bologna.
"Tutto quello che il conducente ha saputo dirmi la sera dell'incidente, ricorda il padre di Stefano (*),
fu che con l'assicurazione era tutto a posto; ma io non volevo soldi, volevo giustizia, per questo
ho rinunciato a un accordo e sto ancora davanti ai giudici. Ci sono genitori che si tolgono la vita,
altri si comportano come se il figlio fosse ancora vivo; io sono credente, ho messo da solo il coperchio
sulla bara di mio figlio, poi mi sono reso conto che ci sono altri ragazzi che rischiano di morire allo
stesso modo, allora ho messo su a Mirandola un comitato vittime della strada; e lavoro, lavoriamo,
per cercare di fermare la strage; so che Stefano, e gli altri ragazzi scomparsi come lui, ci approvano e ci aiutano."
* Rino Malavasi è responsabile del Comitato per la provincia di Modena.
|