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Erano le
15 del 27 novembre 1998 quando a Milano un furgone, che viaggiava a più di 70 km/h nella
corsia riservata ai mezzi pubblici, ha investito Michel che traversava a piedi sulle
strisce pedonali scaraventandolo a più di 30 metri di distanza.
Il trauma cranico e le gravi lesioni interne non hanno permesso al nostro amatissimo
Michel di vivere.
Al momento dell'incidente i vigili non hanno fatto verifiche sulla funzionalità del
veicolo investitore, non hanno controllato lo stato psicofisico del conducente e non hanno
nemmeno interrogato la persona che era seduta accanto a lui.
L'investitore non si è mai fatto vivo con noi.
Il P.M., a sua volta, avrebbe archiviato il caso dando tutta la responsabilità a mio
figlio perchè traversava col semaforo rosso e, secondo i calcoli del perito, "molto
velocemente"; che il veicolo stesse violando i limiti di velocità e procedesse su
una corsia proibita non è parso interessarlo.
Ci siamo opposti, abbiamo insistito; e la Magistratura ha riaperto le indagini.
Michel aveva 23 anni, tanti interessi, progetti e sogni; era in un periodo felice della
sua vita e aveva raggiunto proprio quel giorno un suo piccolo, importante obiettivo.
Ma questo, alla "giustizia", quanto interessa?
la mamma Daniela Manchinu
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