|
Mi riesce molto difficile descrivere Massimiliano in poche righe, so che di chi non c'è più si deve ricordare
solo il bene, ma non è per questo, né perchè fosse mio figlio, che lo piango ancora dopo tanti anni come
il primo giorno: era bellissimo esteriormente, e questa foto rende giustizia solo in parte ai suoi splendidi
occhi verdi, ma era altrettanto dolce, sensibile, disponibile verso chiunque avesse bisogno di aiuto, timido
e insieme, forse per superare questa che non pensava fosse una qualità, loquace e spavaldo in mezzo agli altri,
comunque simpatico a tutti, e infatti non siamo solo noi della famiglia a ricordarlo ma tanti con noi.
Questo fiore stupendo ci è stato portato via da un automobilista che ha girato a sinistra, malgrado il divieto
di svolta, tagliando la strada a Massimo che sopraggiungeva in moto; l'uccisore era un ragazzo come l'ucciso,
la nostra famiglia lo ha perdonato, non accettiamo invece che malgrado questa morte, e la foto di mio figlio
che gli amici hanno messo in quel punto, il divieto continui a non essere rispettato e continuino a verificarsi
incidenti dello stesso tipo anche se per fortuna meno gravi.
Nel processo ci siamo battuti soprattutto per avere giustizia, senza averla perchè a Massimo è stato dato
il 50% di colpa per la velocità e la mancanza del casco che sono semmai circostanze che hanno aggravato
le conseguenze dell'incidente, provocato al 100% dal conducente dell'auto che a sinistra non doveva
proprio girare; e perchè il risarcimento è stato determinato, in misura ridottissima rispetto alle
possibilità di mio figlio, da un giudice che non ha avuto, per sua fortuna, questa esperienza e che
non è assolutamente in grado di valutare la profondità del nostro dolore.
Per la giustizia, ripeto, perchè nessuna somma avrebbe mai potuto ripagare la vita del nostro Massimo.
Francesca Severino Varriale
|