Libro-iniziativa , dal titolo “Graffiti dell’anima”. Cos’ha di particolare il libro di cui stò raccontando? Ha il particolare di raccontare le numerose poesie, frasi, frammenti di canzoni, centinaia di dediche scritte sui muri fuori dai Centri di Rianimazione degli Spedali Civili di Brescia, ma che universalmente rappresentano il quotidiano dolore vissuto in tanti nosocomi Italiani. Le intense pagine di questo volume nascono dalle Parole nate dal cuore di chi aspetta impotente di fronte alla vulnerabilità della vita,frasi terribili e allo stesso tempo meravigliose che sono state immortalate direttamente dai muri del nosocomio,alla macchina fotografica, per essere un patrimonio di sentimenti e di esperienze che siano monito per chi sfoglia le pagine di questo libro intitolato appunto “Graffiti dell’anima”. Gli autori delle frasi scritte su quei muri, sono i giovani: "Svegliati"; "Quando ti svegli" "Ti stiamo aspettando, basta dormire". "Sbrigati, abbiamo bisogno di te". "Non lasciarmi". "Apri gli occhi".. Sono le grida di chi sta su quelle scale, fuori dalle sale operatorie, per un casco non indossato, un acceleratore premuto, un bicchiere di troppo. "I tuoi bei pensieri mi mancano, chissà cosa starai pensando ora. Svegliati presto così potrai raccontarlo. Ciao, la tua sorellina". E ancora "15 anni sono troppo pochi per lasciarci, svegliati, torna con noi". Oppure "E' già il 5° giorno che dormi: svegliati, non pensi che possa bastare?". Si legge un po' di tutto su quei muri d'ospedale, dove quelle scritte urlavano e dove un occhio attento le ha colte prima che i muratori le cancellassero per i lavori di ripulitura degli intonaci. Grida mute di dolore e speranza, graffiate sul muro di un ospedale. Parenti, madri, padri, compagni e amici di ragazzi la cui vita si sta spezzando per un incidente stradale che scrivono nell'attesa messaggi d'amore. Dediche universali raccolte nelle pagine di un volume che strazia e coinvolge anche chi a quel dolore specifico non partecipa. Fra quelle pareti mamme e papà, compagni di scuola o di lavoro, amici d’infanzia, del bar o della discoteca hanno trepidato, sperato, invocato, pianto. E le lunghe attese, la disperazione della morte o il sorriso per una vita salvata, hanno spinto molti a «graffiare», nelle spasmodiche attese dove i minuti sembravano ore, la pagina bianca del muro con scritte. Quelle testimonianze drammatiche lasciate sulle pareti, quel libro a pagine sempre aperte dei sentimenti, è diventato davvero un volume. I graffiti esposti, parlano quindi di vita, di speranza e di morte. I genitori raccontano la loro sofferenza, ma anche i giovani stessi, i superstiti degli incidenti del “sabato sera”, i compagni di classe, gli amici di tutti i giorni rivelano le loro emozioni davanti ad un evento che lacera da un lato e unisce dall’altro.Insomma, quale altro miglior mezzo per far CAPIRE davvero ai giovani adolescenti e agli adulti che la strada è un luogo in cui tutti devono rispettare tutti ed in cui, una banale disattenzione potrebbe diventare un errore FATALE ALLA PROPRIA VITA?Ma il libro da solo , non basta….. Per dare completezza all’operazione, io stessa, come autrice del libro, ed al supporto di molti enti, fra cui l’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada, gli Spedali Civili di Brescia, la Provincia di Brescia e l’Aci di Brescia, è il volume «Graffiti dell’anima», è diventato protagonista dell’azione di prevenzione che coinvolgerà i giovani delle scuole superiori italiane nel tentativo di trasformarlo in efficace strumento di prevenzione. Infatti, per iniziativa della Provincia, in collaborazione col Centro Servizi Amministrativi e con la Casa Editrice, sono stati programmati incontri itineranti nelle scuole superiori , per ora della Lombardia(durante ognuno degli interventi all’interno delle scuole, gli enti che ci ospiteranno, dovranno acquistare sia i volumi da distribuire all’interno delle scuole che ci vede protagonisti, sia un “gettone” per il pagamento delle spese dei relatori alla conferenza). Lo strumento prescelto per stimolare giuste vibrazioni, capaci di scuotere le coscienze dei giovani bresciani, è quello, appunto dei graffiti. Quelli che una sorta di accumulazione storica aveva depositato sulle pareti della sala d’aspetto e delle scale di accesso al reparto di rianimazione dell’Ospedale Civile di Brescia. Giornate per indurre a riflettere, ma soprattutto per convogliare gli forzi e le idee che sottendono una volontà comune fattasi ormai pressante: dare una svolta culturale a quel fenomeno di morte sull’asfalto che da anni ormai è tristemente protagonista delle cronache. A Brescia, Durante le presentazioni di tale iniziativa, direttamente negli Istituti scolastici, vedranno come ospiti, L’assessore ai Lavori pubblici della Provincia di Brescia, Mauro Parolini, un medico o un rianimatore, l’autrice del libro, il presidente dell’Associazione familiari e vittime della strada, un responsabile di Bip Bip Onlus (Associazione per la prevenzione dei traumi cranici e spinali) accompagnati quando possibile anche da un giovane sopravissuto a un grave incidente. |