Era stato soprannominato, fin da quando era un ragazzino, “Il Conte”, per i suoi modi di fare sempre gentili ed educati, e per il suo naturale portamento elegante. Studente modello, ha sempre avuto voti eccellenti, fino a conseguire, col massimo dei voti, la maturità scientifica e, il 15 settembre del 2005, la laurea di primo livello in scienze giuridiche all’Università degli studi di Roma 3. Nel percorso di studio è stato punto di riferimento e fonte d’ incoraggiamento per gli amici, con i quali ha condiviso l’impegno e la soddisfazione degli ottimi risultati conseguiti. Con il suo approccio al basket (ha militato nella Levoni) è emersa la sua voglia di giocare e condividere i tiri a canestro e, quando la sua prestanza fisica glielo ha permesso, anche il divertimento del sorprendere tutti con le sue schiacciate. Giuseppe ha dimostrato di aver compreso quali fossero i veri valori della vita: ha coltivato amicizie profonde e sincere, sempre pronto e disponibile. Organizzatore di feste che riempivano i locali romani, la sua personalità estroversa e coinvolgente, ha alimentato un’infinità di relazioni umane. Per i suoi genitori, orgogliosi e fieri, è stato figlio, amico, complice, punto di riferimento. Per lui l’amicizia e l’amore nella loro essenza si sono concretizzati nel dono di tutto se stesso e soprattutto della speranza. Il mio Giuseppe aveva solo 22 anni e stava andando in moto all’università di Roma 3. Alle 14 e 15 circa di quel maledetto mercoledì 25 gennaio 2006, in sella alla sua moto, Giuseppe ha oltrepassato gli archi di Porta Portese, ed ha imboccato via Portuense, in direzione di Piazzale della Radio/V.le Marconi. Improvvisamente un motorino, con due minorenni a bordo, sbuca dal nulla, compie una inversione di marcia (con la linea continua) tagliando la strada ad un motorino e scappa via. Quest’ultimo, d’istinto, per evitare la collisione si allarga verso il centro della carreggiata, esattamente dove stava sopraggiungendo Giuseppe. I due si toccano lievemente. Perde il controllo, finisce sulla corsia opposta, sopraggiunge un furgone che riesce ad evitare: l’autista d’istinto cerca il centro della carreggiata per evitarlo, mentre lui si dirige verso il limitare della strada. Ma sulla carreggiata, incredibilmente, ci sono una serie di biciclette, messe lì in esposizione per la vendita. E come se non bastasse, oltre alle biciclette, sempre sulla strada, una macchina parcheggiata (per evitare che i veicoli che transitano in direzione degli archi di Porta Portese possano travolgere le biciclette, ovviamente). Giuseppe ha finito la sua corsa, e purtroppo la sua vita, travolgendo quelle biciclette e quell’auto che non dovevano essere lì. Fra l’altro c’è da dire che ne’ il conducente del motorino che ha causato l’incidente ne’ il suo compagno che era a bordo dello stesso motorino (entrambi minorenni per il quale siamo in attesa che il PM competente richieda il rinvio a giudizio), ma nenache i genitori dei due ragazzi si sono mai sentiti in dovere di farmi sia pure una semplice telefonata per dimostrare il dispiacere, il rammarrico per la tragedia causata. Un ringraziamento sentito deve essere rivolto ai due Assistenti della Polizia di Stato del Centro di Coordinamento dei Servizi a Cavallo che grazie al loro intuito hanno identificato immediatamente i due minorenni. Ma questa brutta storia ha degli strascichi raccapriccianti: quasi tre mesi dopo, il legale rappresentante della Europa Cicli S.r.l. sita in via Portuense 21/d (proprietari delle biciclette e della vettura contro i quali Giuseppe si è praticamente schiantato), tramite il loro legale, inviano a Giuseppe una richiesta di risarcimento dei danni da lui arrecati alle biciclette ed alla macchina. A Giuseppe. La indirizzano a lui, dopo avermi incontrato per mesi mentre lo piangevo sul luogo dell’incidente, dopo avermi parlato, dopo aver toccato con mano il dolore dovuto alla sua assenza, dopo avermi chiesto addirittura un ricordino con le foto di mio figlio. In seguito a mia richiesta di accesso ai documenti amministrativi il Municipio di Roma XVI, UOA, Ufficio Aut.ni insegne e O.S.P, in data 10 maggio 2006 afferma: “ che per la ditta in questione a via Portuense 21/d il sig.****** non è stata rilasciata aluna autorizzazione all’occupazione del suolo pubblico. Inoltre nella sua richiesta l’avvocato del legale rappresentante della Europa Cicli S.r.l. e della proprietaria dell’auto in sosta riporta: “Nella circostanza il motociclo invadeva l’opposta corsia di marcia ed investiva il veicolo BMW e le biciclette regolarmente posteggiate”. Al fine di ricostruire le responsabilità relative all’incidente, a seguito di mia istanza al Corpo di Polizia Municipale XVI Gruppo in merito alla segnaletica stradale del tratto in cui si è verificato il sinistro, il 16 maggio mi veniva comunicato che ai numeri civici di Via Portuense 21-27 “non vi è alcuna segnaletica verticale di divieto di sosta o linea di margine, è presente invece linea di mezzaria”. Ma il 21 maggio veniva elevato un verbale di rimozione per un’auto in divieto poiché “lasciata in sosta in zona mercato in orario di apertura”. Ma allora la sosta è legittima o no? I rilievi fotoplanimetrici dell’incidente che nel verbale dei Vigili Urbani risultano allegati, non sono mai stati forniti nonostante innumerevoli solleciti ed un’ autorizzazione della Procura della Repubblica del Tribunale dei Minori di Roma per ottenerne il rilascio. Mentre nella stessa relazione dei vigili risulta una minuziosa descrizione delle biciclette, per marca, modello, colore, misura… nemmeno un perito dell’assicurazione avrebbe saputo fare una descrizione così precisa. La cosa più incredibile che a Via Portuense 21/27 ancora oggi sono esposte sulla carreggiata numerossissime biciclette causa della morte del mio Giuseppe unitamente ad un’autovettura posteggiata alla fine delle biciclette che è cambiata solamente nel modello e nella marca. Oggi, come sempre, Giuseppe è punto di riferimento per coloro che lo amano e che da lui vogliono imparare la vita, soprattutto dal 25 gennaio del 2006, da quando ci ha dimostrato che chi è “grande” continua a vivere e ad insegnare a crescere anche da una “nuova dimensione”.
Il papà di Giuseppe Siti web: http://www.gggilconte.it/ www.giuseppegiorgiogenovese.it |