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Blog - Alcol e guida

Alcol e guida

Alcol 6000 morti l'anno  -  da AIFVS onlus

Nel mondo ogni anno circa 5 milioni di persone perdono la vita per traumi. Di questi, circa uno su quattro muore in seguito ad incidente stradale. In Italia, uno su tre. Per ogni morto in incidente stradale ci sono poi 2-3 invalidi molto gravi, 20 ricoverati, più di 250 accessi al Pronto Soccorso. Attualmente, in Italia, secondo le stime dell’Osservatorio Nazionale Ambiente e Traumi (ONAT) dell’ISS, queste cifre annuali si traducono in:

-  6.000 morti;
- 15.000 invalidi (molto gravi);
- 120.000 ricoveri;
- più di un milione di accessi al Pronto Soccorso.

Il problema degli incidenti stradali è particolarmente cruciale per i giovani:

- Più di un decesso su tre riguarda soggetti con meno di 30 anni;
- In certe classi di età si muore prevalentemente per incidente stradale (più della metà di coloro che muoiono a 18 anni, muoiono in seguito ad incidente stradale); - l’incidente stradale è la prima causa di morte per i maschi sotto i 40 anni;
- L’incidente stradale è la prima causa di invalidità grave dei giovani.

A fronte di questa situazione, è naturale chiedersi quali siano le cause, e se tali cause possano essere controllate al fine di ridurre questo drammatico quadro di perdite di vita e di salute che, in base a stime diverse, costa al nostro paese in termini sanitari e sociali più di 35 miliardi di euro l’anno.

 

Pubblicato il 22/06/2008 * 12:02  
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Commenti


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Commento n. 1  -   da  BLINDSIGHT il 01/07/2008 * 15:43

1) Comiciamo ad eliminare tutti gli spot che dicono che è una figata farsi un bicchiere, alcolico ovviamente birra compresa, come si fece per il fumo.

2) Obblighiamo i conducenti a fornirsi di sintesi vocale e viva voce per il proprio cellulare mentre guidano (considerando che spesso invece sono guidati o da un navigatore o dall'auto stessa..).

3) Evitiamo spot per auto che promettono "libertà", perché un'auto non lo è affatto e la ritengo una pubblicità ingannevole che incita a cercare questa "libertà" con l'unica cosa a disposizione: la velocità.

4) Consideriamo stupefacenti anche i numerosi farmaci legali (antidepressivi, psicofarmaci, sedativi, ecc.)

5) Ritiriamo la patente per sempre (forever) a chi viene colto in flagrante, cioè in stato di ebbrezza mentre è in auto o moto.

6) Facciamo chiudere l'attività per sempre (forever) a scuole guida che contano più di 10 incidenti gravi procurati da persone che sono stati promossi in quel luogo.

Ne avrei altre di proposte, dico solo le più importanti e di emergenza, e sono solo mie opinioni che penso però porterebbero ad una riduzione di mortalità e risparmio per gli italiani non indifferente, peccato per i produttori di alcolici che si vedranno banditi come quelli di sigarette, per non parlare delle autoscuole, ma penso sia ora.
Laura Raffaeli

Commento n. 2  -   da  BLINDSIGHT il 07/07/2008 * 17:00

Ucciso da auto guidata da ubriaco
Hanno rischiato il linciaggio i tre romeni che, ubriachi, hanno investito con la loro auto una coppia di fidanzati, nel centro di Salerno. Lui è morto in ospedale, lei è gravissima. I due stavano guardando vetrine. L'auto dei romeni è piombata su di loro, dopo che il guidatore ne aveva perso il controllo. I tre hanno cercato di fuggire: la polizia li ha salvati dalla folla inferocita. Omicidio volontario e omissione di soccorso per il guidatore.
Televideo 07/07/2008 15:45
per me se erano italiani il linciaggio non ci sarebbe stato, comunque rimane che siamo tutti stanchi di ubriaconi che si divertono al volante

Commento n. 3  -   da Ele il 17/08/2008 * 23:33

Sei stato ucciso da uno che diceva di essere un tuo amico,completamente ubriaco ti ha tolto la vita..proprio tu ci dovevi essere li in quell'istante..dovrai avere giustizia..eri troppo importante per tutti..Ti amo e ti amerò per sempre amore mio

Commento n. 4  -   da  sandra1977 il 27/08/2008 * 13:27

Ciao. Mio fratello ha perso la vita a vent'anni in un terribile incidente stradale che procurò anche 9 feriti.

Non parlo del caso in particolare...è meglio , ma sono arrabbiatissima perchè vivo in una zona molto frequentata soprattutto nei mesi estivi e dove si organizzano molte feste .

Durante queste"feste"si beve molto (anche minori) e non ho visto mai , ripeto mai nessun controllo.

Non ho visto mai fare un test con etilometro!

Sono stata a Trento ed ho notato che anche la Polizia Municipale ha in dotazione un etilometro.

Credo si debbano fare molti più controlli!

Pensato che a ferragosto per 30 km di litoranea non c'era una pattuglia di polizia, carabinieri, finanza....

Per me è strano dato che si sa che durante le notti estive molti giovani si danno alla pazza gioia!

a parere mio il test per conoscere il tasso alcolico presente nell'alcol dev'essere effettuato per prevenire e non solo per stabilire causa dell'incidente!

Certo è importantissimo anche nell'ultima drammatica ipotesi ma è meglio non aspettatre che muoia qualcuno...

Sono vermanete preoccupata per come vanno le cose....e spero si decida di investire il denaro non per acquistare un calciatore ma per il bene della VITA di tutta la comunità !

Questo non è un problema che riguarad solo pochi esseri, nè solo il Nord o solo il Sud.....

Qui non ci sono differenze.....; qui si muore!

Da sette anni vivo nel dolore e il dolore ti fa guardare la vita in modo diverso....; anche il modo di divertirsi cambia!

Ma i miei coetani non lo capiscono....e mi preoccupa notare che oggi a nche i giovani genitori non riescano più a educare i figli ad un divertimento sano perchè, loro stessi , si fanno affascinare dalle notti in discoteca o da altre cose che non danno la felicità...

La felicità è altrove ...

Un abbraccio a tutti,

Sandra

Commento n. 5  -   da  manrico il 31/08/2008 * 16:35

Le cause si possono condensare in una: fin dalle elementari reintrodurrela prima fondamentale materia ovvero la educazione civica che è la base del vivere in società. Lo studio delle varie  materie è cosa successiva e secondaria rispetto al comprendere la SOCIALITA'. Và ricompreso, in questo nuovo ed antico concetto di formazione dell'individuo SOCIALE che erditiamo dai greci, quello di capire il vincolo del rispetto reciproco per quanto possibile.In una parola il soggetto và preparato al vivere in comunità. tale modo di operare nelle scuole Non è una utopia in fatti si và diffondendo come finalmente ha deciso il ministro della P.Istruzione Gelmini.

Commento n. 6  -   da  rosangela il 06/09/2008 * 17:10

sono la mamma di tanya per gliamici lolly morta a 15 anni il 26.08.2008 si è scontrata contro un camioncino che svoltando o frenando mi piacerebbe saperlo ha causato la morte del mio angelo biondo che tranquillamente andava a ripetizioni per affrrontare l'esame il giorno dopo la mia vita è distrutta e metà di essa è già vicino a lei....scriveva poesie ed amava la vita era una bravissima ragazza....oratorio...catechesi....e ora più nulla i buio aveva così paura di morire...quando andavo in macchina mi diceva vai pano che non voglio morire a 15 anni ed invece se n'è proprio andata....scriveva delle poesie bellissime

Commento n. 7  -   da  ALEX il 08/09/2008 * 19:53

se ne avessi la capacita' vorrei abbracciarvi tutti

Commento n. 8  -   da  admin il 06/11/2008 * 23:57

TRENTINO

È la fine di settembre. Poco prima dell’una di notte Matteo Beltrami, .

 CIMEGO. È la fine di settembre. Poco prima dell’una di notte Matteo Beltrami, non ancora diciassettenne di Cimego, dopo aver trascorso la serata con gli amici, decide di tornare a casa. Guida la Vespa, dietro a lui siede una sua amica. Dopo circa cento metri, sono tamponati dall’automobile condotta da Simone Marascalchi. I due ragazzi vanno a sbattere contro un’altra vettura e finiscono a terra. Matteo Beltrami muore.

 Simone Marascalchi non si ferma, non presta soccorso e fugge. Più tardi si scopre che guidava in stato di ebbrezza. Il giovane viene condannato a 2 anni e 4 mesi.

---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Karaoke con “ Vasco”, dimenticando Matteo
Un mese fa ha investito e ucciso un diciassettenne. L’altra sera cantava in un bar

Il dj lo ha riconosciuto e ha sfumato la musica per cercare di zittirlo

 CIMEGO. Alla giustizia ha pagato il conto. La solitudine del carcere, un processo che l’ha condannato. Ma con la sua coscienza il conto è probabilmente aperto. E il cammino per guardare in faccia le proprie responsabilità è ancora lungo. Dopo l’esperienza drammatica come quella vissuta - ha ucciso un ragazzo guidando ubriaco - e dopo la condanna, Simone ha certo diritto alla normalità. Ma risulta difficile da accettare quello svago - «in pubblico» - in un modo che stupisce. E che può offendere.

 Qualche giorno fa, Simone se n’è andato, con amici, nell’unico bar di Cimego: lo «Smile». E lì - da protagonista tra ragazzi con i quali condivide forse troppa superficialità - si è messo a cantare. Si è cimentato - a nemmeno due mesi dalla tragedia di fine settembre - in un «karaoke».

 «Il mondo che vorrei» - di Vasco - stava suonando il dee jay nel locale. E Vasco, in quella canzone, recita uno di quei suoi vangeli che fanno discepoli: «Non si può spingere sempre sull’acceleratore».

 Un paradosso. Vasco incita alla moderazione. E un giovane - Simone Marascalchi - che dopo quel che gli è capitato dovrebbe inginocchiarsi proprio sull’altare della moderazione, della ricerca di maturità, canta Vasco. Senza nemmeno capirlo.

 Simone canta e lascia di stucco quanti si sono spesi a cercare di capire la pena di una famiglia che perde un figlio diciassettenne sulla strada, ma anche la pena di una famiglia che si ritrova un figlio in carcere, condannato e forse «segnato» per una vita.

 Invece no. Invece questa realtà è pugno nello stomaco. Mentre Simone Marascalchi cantava, a nessuno degli amici è venuta in mente una reazione. Fermarlo? Macchè. Rimproverarlo? Nemmeno. Risatine: nulla di più.

 Ci è voluto lo sfogo di un uomo più maturo per non far passare sotto silenzio l’episodio. Per non archiviarlo sotto una delle tante voci che rendono difficile - spesso improbabile, a volte impossibile - il rapporto tra ragazzi e adulti. Michele, il dee jay che si diverte a far divertire nei locali del Chiese, si è ribellato a quell’atmosfera irreale. Si è sentito ferito.

 Lui conosce Simone, la sua storia. Conosce la sofferenza della sua famiglia. Partecipa a quella, immane, della famiglia di Matteo, il giovane morto in quella notte segnata da alcol, guida e leggerezza.

 «Guarda che io non sono un eroe. Nè un maestro - dice il trentunenne disc jokey - solo che non potevo sopportare che quel ragazzo cantasse. E che chi stava con lui lo considerasse un fatto normale».

 Non ha fatto nulla di clamoroso il dee jay. Ha solo sfumato la musica. Ha abbandonato la consolle. S’è fumato una cicca fuori dal locale con il nervosismo di chi vorrebbe dare una lezione e non lo fa.

 Eppure il dee jay Michele, anche lui di Cimego, una lezione l’ha data: a tutti. Non è riuscito a fare riflettere Simone Marascalchi e i suoi amici. Che hanno alzato i tacchi perfino stupiti.

 Ma questo assurdo episodio non è stato ignorato. «Certo - dice Michele - senza organizzarci i convegni. Ma come me ci sono rimasti male in tanti. E nessuno riesce a darsi una spiegazione di come un ragazzo che ha ucciso un coetaneo o quasi, guidando ubriaco, scappando, pentendosi come ha fatto lui in una lettera che i genitori di Matteo Beltrami nemmeno hanno voluto leggere, possa svagarsi in quel modo. Così presto. Così superficialmente».

 Michele, il dee jay, non ha abbassato la musica per creare un caso. Ha cercato di difendere prima di tutto se stesso da un’indifferenza che preoccupa. Che purtroppo non è indifferenza di un singolo ma che diventa indifferenza di gruppo.

 Michele non ha risposte. Ha solo malinconia. Fors’anche rabbia. E commenta: «Spero che Simone capisca. Che sappia spiegarsi. E che nel lavoro ai servizi sociali impari che alla sua età, dopo la sua esperienza, al valore del rispetto per un morto e per il dolore dei vivi non si può rinunciare».

 

Crepet: «Gesto nato dall’indifferenza sia del colpevole sia dei suoi amici»
«Oggi nella società ci sono episodi simili a quello di Cimego»
NICOLA FILIPPI
 CIMEGO. Lo psichiatra Paolo Crepet non si sorprende della serata easy di Simone Marascalchi, il giovane di Cimego che ha travolto e ucciso con la sua auto Matteo Beltrami, un diciassettenne del posto, ferendo la sua giovane fidanzata. Responsabile del gesto è solo «l’indifferenza», la vergogna non esiste. A Marascalchi non è bastato un mese di carcere per farlo riflettere sul suo gesto (eppure, davanti al gip aveva detto: “Quando tutto questo sarà finito, non so nemmeno se riuscirò a tornare nel mio paese”, ndr), causato anche dall’eccesso di alcol (in corpo l’alcoltest aveva rilevato un tasso quattro volte il consentito, ndr).
 Professor Crepet, perché un ragazzo, dopo quello che ha fatto, arriva a un simile comportamento?
 È colpa dell’indifferenza. È insita nella nostra cultura e soprattutto in quella giovanile. Purtroppo è così. Possiamo scoprirlo oggi perché fa parte del nostro vivere. Guardi Pietro Maso, che dopo aver fatto tutto quello che ha fatto è andato a brindare con gli amici. I ragazzi di Perugia, innocenti o no: uno è andato a ballare, gli altri a fare shopping. In giro fatti di questo genere ce ne sono tanti. Tutti però non hanno a che vedere con una patologia mentale, ma con l’indifferenza». (*)
 Non è un disturbo della personalità, quindi?
 Non possiamo usare la psichiatria per fare un condono, chiamiamolo così. Ultimamente la magistratura è sempre molto clemente, ma io credo che questa sia una cultura terribile. Se la procedura penale in questo paese prevede che se ammazzi una persona con un’auto, in stato di ebbrezza, non è omicidio volontario ma colposo e ci aggiungono le attenuanti generiche, stai in galera un mese e poi puoi uscire e andare a divertirti. Mentre l’altra persona non c’è più. Chiaro che c’è un’enorme disparità, fra la vittima e il colpevole. Anche questa è cultura dell’indifferenza, perché quando la giustizia non compie il suo lavoro, che è quello di saper punire, e non perdonare: questo lo può fare un prete, in camera caritatis. Tutto ciò dovrebbe far capire a qualcuno che esiste un ruolo educativo, soprattutto quando si giudicano persone così giovani, non solo verso chi è reo confesso, ma soprattutto verso chi ascolta e guarda, che può ispirarsi in negativo o in positivo.
 La famiglia e gli amici possono aiutare il ragazzo a capire il suo gesto?
 Dipende. Se la famiglia diventa l’acerrimo accusatore sì. Se invece la prima cosa che fa è trovare una scusa “poverino di qua, poverino di là”, è chiaro che la famiglia fa il peggio che può fare. Così come gli amici, possono essere persone che influenzano positivamente il comportamento, che dicono “cosa hai fatto, cosa hai compiuto, vergogna, sei andato a cantare al karaoke”.
 Al bar ci sono andati insieme, quando è salito sul palco non l’hanno fermato.
 Non stento a credere che magari qualcuno dei suoi amici non ci trovi nulla di straordinario. Anzi credo che troverebbe questa nostra discussione moralista.
 Questo spaventa...
 Assolutamente, sono convinto che sia così... La prova provata è che uno o due dei ragazzi o dei suoi amici, presenti nel bar non l’hanno preso a sberle...
 Però il disc jockey ha scelto di sfumare la musica, interrompendolo...
 E il dj non è un amico... Negli amici invece c’è una certa corresponsabilità nell’indifferenza, perché in fin dei conti è morto un ragazzo come loro. Non mi pare che questi poi vadano a portare i fiori sulla tomba. Però, se io fossi il padre del ragazzo sarei furibondo. Perché è come aver ucciso un’altra volta   ...
 
 

 

 

Commento n. 9  -   da  alessandro il 08/11/2008 * 12:25

Ma se lo stato e' il primo a guadagnarci sulla vendita degli alcolici.Sono tutti chiacchieroni per farsi belli davanti ad una telecamera.Quando parlano di incidenti stardali lo fanno solo perche' il soccorso ha un costo, della vita di ognuno di noi non gli interessa nulla. Si parla solo in base ad un discoso economico. Fanno pena

Commento n. 10  -   da bianch il 10/12/2008 * 15:10

ci sono enormi inesattezze sul commento n 8.

Prima cosa "Sacco" alias matteo beltrami era di darzo e non di cimego.

Seconda cosa dietro a lui sedeva la sua ragazza Hillary e non la sua amica.

Purtroppo questo Commento n8 ha azzecato solo su una cosa: che sacco non c'è piu... Perche marascalchi gli ha investiti e ha ucciso matteo.Io quella sera c'ero e marascalchi è stato condannato a 2 anni e 6 o 8 mesi per non essere capace di intendere e volere. ma questa è una grande cazzata perchè riuscire a tenere una macchina a 170kmh in mezzo al paese di darzo è inpossibile. Almeno che tu non sia cosciente di quello che fai.

E cmq se tu sei ubriaco e guidi non vuol dire che hai la licenza di uccidere

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