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News


Strage sulle strade, cinque 20enni morti nel cremonese, 2 vittime nel maceratese

 
 Roma, (7 maggio) - L'alta velocità e la pioggia sarebbero le cause dell'incidente stradale che è costato la vita ieri sera a cinque giovani nel cremonese. Un altro incidente in provincia di Macerata ha provocato
invece la morte di due uomini e il ferimento di altri tre.

Nel cremonese, il gruppo dei cinque che hanno perso la vita, viaggiava a bordo di una Opel che ha sbandato e si è scontrata contro una Bmw che proveniva dalla direzione opposta. L'impatto frontale ha causato la morte immediata dei cinque ragazzi, tutti di origine rumena e d'età compresa fra i 25 e 30 anni. Il conducente dell'altra automobile è rimasto ferito ma non è in pericolo di vita.

L'auto dei cinque ragazzi viaggiava sulla strada che collega Genivolta con Soresina. Il veicolo ha sbandato e ha invaso la corsia opposta scontrandosi con la Bmw, poi è volata oltre il guard-rail. Dopo essersi ribaltata più volte è caduta in una scarpata profonda cinque metri. Due ragazzi sono stati sbalzati fuori dall'abitacolo. Gli altri tre sono stati estratti ormai morti all'interno del veicolo. Dai primi rilievi sembra che la pioggia e l'alta velocità siano le cause dell'incidente.

Nel maceratese, un incidente simile per dinamica a quello di Cremona, è costato la vita a due uomini. Uno di 24 anni, Giorgio Dominella e l'altro di 74, Enrico Paglioni. L'auto in cui si trovava il ragazzo, che viaggiava come passeggero, aveva a bordo anche altre tre persone che sono rimaste ferite nello scontro ma non sono in pericolo di vita.

L'incidente è avvenuto sulla superstrada Valdichienti. Le automobili si sono scontrate frontalmente nel tratto di strada che va da Piediripa a Sforzacosta. Nell'impatto il 74enne è morto sul colpo mentre il ragazzo di 24 anni è deceduto durante il trasporto in ospedale.

Da il Messaggero.it


«Ucciso un'altra volta»

Tragedia sulla Cisa, archiviata l'inchiesta. La disperazione della madre
 

LIVORNO. «Pietro non sopportava le ingiustizie. Questa non l'avrebbe sopportata. Come si fa ad archiviare l'inchiesta sulla morte di un ragazzo senza neppure informare sua madre?».  Pietro è Pietro Corda, morto il 12 novembre del 2007 in un incidente stradale sulla Parma-La Spezia all'età di 21 anni. La madre, sprofondata in un dolore senza fine, si chiama Giuseppina ma tutti la conoscono come Giusy. Giusy Farris, 47 anni, per caso ha scoperto che la Procura di Carrara ha archiviato da mesi l'indagine sul tragico incidente in autostrada che costò la vita a tre persone: suo figlio Pietro, la fidanzata Scefika Mesic e il conducente dell'auto, Claudio Possamai, anch'egli livornese: «E' come se l'avessero ucciso una seconda volta» scrive la donna, firmandosi così: «Una mamma privata del figlio maggiore».

 

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Articolo stampa ILTirreno
 


L’apprezzamento dell’AIFVS ai giudici di primo grado che, nonostante le sentenze della Cassazione, continuano a riconoscere nella guida forsennata l’omicidio doloso.

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Art. stampa LA SICILIA

Coro di sì alla revoca della patente per i reati gravi
La proposta dell'On. Valducci piace, ma non convince tutti 

La provocatoria proposta dell'On. Mario Valducci, Presidente della Commissione Trasporti della Camera e Responsabile vicario Enti Locali del Pdl, di togliere per sempre la patente a chi ha commesso reati gravi connessi alla sicurezza stradale o in casi di reiterazione ha scatenato le più diverse reazioni. L'idea di revocare la licenza di guida a vita a "chi dimostra con la sua condotta di guida di rappresentare un pericolo per i cittadini", in quanto "è giusto che sia messo in condizione di non nuocere più", è piaciuta a molti, ma non convince tutti.

Sebbene la proposta - che potrebbe diventare realtà con il
nuovo Codice della Strada - sia stata condivisa da un buon numero di persone (anche da voi che avete votato il nostro sondaggio) - permane lo scetticismo di chi, come Giordano Biserni, presidente dell'Asaps, comincia a temere l'inutilità di misure come queste. "Conoscendo il nostro sistema - ci ha detto Biserni, che in larga parte condivide l'opinione di Valducci - ho poca fiducia che una misura del genere possa essere davvero efficace nel nostro Paese", dove c'è spesso un interesse improvviso per i problemi sociali e poi un rapido "menefreghismo" (ndr.). Crede che invece sia "necessario" arrivare a "queste misure drastiche" il presidente onorario della ConfArca, Giorgio Schiavo, a cui ormai "non fanno più impressione né le multe salate né qualche giorno di galera". Vediamo allora nel dettaglio cosa ne pensano le "voci" protagoniste della strada: i familiari delle vittime degli incidenti e l'Automobile Club d'Italia.

LE PROPOSTE DEI FAMILIARI VITTIME DELLA STRADA
L’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada, nel condividere il punto di vista del Presidente Valducci, evidenzia che aveva già posto la propria attenzione sulla patente ed aveva presentato al Ministro dei Trasporti ed al Senatore Cicolani alcune proposte. Innanzitutto la decurtazione non più recuperabile, ma definitiva dei punti della patente, da commisurare alla gravità delle infrazioni o in caso di incidenti con lesioni o con morti, perché l’AIFVS sostiene che "la perdita definitiva dei punti è tra le sanzioni la più adeguata ed educativa, poichè induce il conducente a cambiare comportamento se vuole mantenere la patente, il cui diritto non è definitivo, ma corrisponde al dovere di osservare le norme: la loro mancata osservanza fa affievolire tale diritto fino a perderlo", come ci ha spiegato la presidente Giuseppa Cassaniti Mastrojeni.
La seconda proposta è "la modifica della concessione della patente, che non va assicurata a tutti, ma a coloro che dimostrino di possedere, attraverso opportune indagini psicologiche e mediche, uno stato psicofisico equilibrato ed un radicato rispetto per la vita e per la salute propria ed altrui, ed abbiano conseguito non solo la padronanza della conduzione del veicolo e la conoscenza delle regole della circolazione, ma anche le norme di pronto soccorso, la responsabile percezione dell’altro, la piena consapevolezza degli effetti del consumo di alcol e di sostanze psicoattive alla guida".

ACI: SERVE UN NUOVO APPROCCIO ALLA FORMAZIONE
Per il Presidente dell’Automobile Club d’Italia, Enrico Gelpi, "sanzioni più severe possono risultare efficaci solo se si accompagnano a un'intensa attività di controllo sulle strade e a una maggiore attenzione da parte della magistratura. Di fronte a casi limite che destano forte allarme sociale, quando la guida aggressiva provoca incidenti mortali, i giudici devono garantire la concreta applicazione di pene certe, arrivando anche ad emettere provvedimenti cautelari personali assicurando processi in tempi rapidi. Gli automobilisti italiani - ci ha detto Gelpi - sono consapevoli che la sicurezza stradale può essere perseguita soprattutto con un nuovo approccio alla formazione. Va tracciato un percorso formativo continuo che si completi con l'obbligo di frequentare un corso di guida sicura per i neopatentati, per i conducenti professionali e per tutti gli automobilisti che provocano un grave incidente stradale".

Autore: Eleonora Lilli
Data: 30 Aprile 2010


Intervista al vice presidente AIFVS

Maurizio Galli Angeli a  Il Resto del Carlino - Il Giorno - La Nazione (pagine nazionali) intervista nella quale ha ribadito la nostra ferma posizione sul crimine stradale.

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L'intervista

 

Comunicato stampa: Modifica codice della strada

 Le decisioni dei politici a sostegno della strage stradale?

L’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada deplora il modo irresponsabile con cui alcuni politici conducono le riforme del codice della strada, annullando provvedimenti utili e in spregio delle proposte degli organismi di base rappresentativi dei cittadini e delle vittime della strada.
L’AIFVS durante l’audizione presso l’8^ Commissione del Senato ed anche in altri momenti, si era opposta in modo categorico all’aumento dei limiti di velocità, all’elevazione dell’orario della vendita e somministrazione di alcolici dopo le due. Purtroppo riscontra che entrambe le misure non verranno accolte, nonostante sia stata prevista l’estensione del consumo di alcolici alle tre e la chiusura delle discoteche alle ore quattro!
Non vorremmo pensare che molti di coloro che decidono per i cittadini non riescano a fronteggiare le pressioni delle lobby, e non siano disposti a riconoscere la gravità dei problemi per dare ad essi precedenza rispetto agli interessi di parte.
Non riusciamo inoltre a capire come si possa accettare un emendamento che permettendo di derogare alla sanzione della sospensione della patente, fa passare nella società il messaggio che la legge non ha alcuna funzione, tanto si trova il modo di aggirarla.
E poi ci chiediamo perché in Italia la delinquenza aumenta ed aumentano anche gli incidenti stradali!
La modifica del codice della strada è in corso, chiediamo ai politici di trovare la strada giusta per eliminare le proposte incivili ed accogliere quelle valide, come ad esempio l’affermazione  dell’on. Valducci di togliere definitivamente la patente per reati gravi al volante.
Noi avevamo già proposto al Ministro dei Trasporti ed al relatore dell’8^ Commissione: 1) la decurtazione definitiva e non più recuperabile dei punti della patente, da commisurare alla gravità delle infrazioni o in caso di incidenti con lesioni o con morti; 2) la modifica della concessione della patente, che non va assicurata a tutti, ma a coloro che dimostrino di possedere, attraverso opportune indagini psicologiche e mediche, uno stato psicofisico equilibrato ed un radicato rispetto per la vita e la salute propria ed altrui, ed abbiano piena consapevolezza degli effetti dell’alcol e delle sostanze psicoattive alla guida.
Non si tratta di “sofisticherie”, ma della consapevolezza che l’auto in mano ad un guidatore irresponsabile si trasforma in un’arma per uccidere, per fare una strage.
Affermiamo con convinzione che se i decisori nicchiano su questi problemi, autorizzano i cittadini a qualificare la strage stradale come strage voluta dallo Stato, o per incapacità a decidere o per connivenza.
Facciamo, pertanto, appello al Ministro Matteoli perché richiami al senso di responsabilità i senatori che discuteranno gli emendamenti, e nel contempo chiediamo al senatore leghista Gianpaolo Vallardi  di ritirare l’emendamento della deroga alla sospensione della patente, in quanto svuota di rigore la riforma del codice della strada, banalizzando il pericolo e l’impegno per la sicurezza.
Giuseppa Cassaniti Mastrojeni
Presidente AIFVS


FAMIGLIA PADOVANA SULL'A4
Morti mamma e papà, grave il bambino
Arrestato automobilista ubriaco
La coppia di padovani - Alessio Peci di 34 anni e Silvia Marx di 32 - viaggiava con il figlioletto di 18 mesi, in direzione di Milano. La loro auto è stata tamponata da quella guidata da un milanese di trent'anni ed è andata a schiantarsi contro un'altra vettura. Il bambino è ricoverato in condizioni disperate nel reparto di Rianimazione dell'ospedale di Brescia
 
E' stato arrestato perché risultato positivo all'alcoltest il conducente dell'auto che stanotte, alle 2.50, sull'autostrada A4 tra i caselli di Desenzano e Sirmione, ha provocato l'incidente costato la vita a una coppia di coniugi padovani. Le vittime sono Alessio Peci, di 34 anni, e sua moglie Silvia Marx, 32 anni, austriaca d'origine.

L'uomo arrestato, del quale non è stato fornito il nome, ha trent'anni, è milanese ed è accusato di omicidio colposo plurimo aggravato dalla guida in stato di ebbrezza. Alla guida del suo fuoristrada Bmw X5  ha tamponato la Clio a bordo della quale viaggiavano le due vittime. Secondo quanto ricostruito dalla Polstrada, infatti, la coppia padovana, che aveva con sé il figlio di 18 mesi, procedeva in direzione Milano quando la sua auto è stata urtata ed è andata a schiantarsi contro un'altra vettura.

ll bambino è ricoverato in condizioni disperate nel reparto di Rianimazione dell'ospedale civile di Brescia.
Nell'incidente sono rimaste ferite tredici persone, ma a parte il bambino nessuna è in gravi condizioni di salute. Quattro le auto coinvolte.

Il mattino di Padova


Nota l'investitore si chiama Alessandro Bonelli


FRANCIACORTA PER LA VITA - da MANUMED il 16/04/2010 * 17:52


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AIFVS BRESCIA  COMUNE DI CORTEFRANCA

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DOMENCA 23 MAGGIO FRANCIACORTA PER LA VITA A PASSO LIBERO APERTA A TUTTI DI Km 3-5-11-15 APERTURA ISCRIZIONI ORE 7,15 SEDE DEL MUNICIPIO PARTENZA ORE 8,30

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Rigettato il patteggiamento - da Paolo il 15/04/2010 * 12:10


Ogni tanto una notizia che da un poca di speranza in una presa di coscienza da parte dei giudici. Dal Gazzettino.it :

Pordenone. Investì e uccise un ragazzo:
respinta la richiesta di patteggiamento

La difesa aveva proposto una pena di un anno e 4 mesi
Secondo il giudice l'istanza non è acoglibile: troppo poco

PORDENONE (14 aprile) - (c.a.) Non è sufficiente una pena a un anno e quattro mesi se a morire è un ragazzo di 19 anni, che davanti a sé aveva una vita piena di progetti e speranze. Al termine di un’udienza preliminare tumultuosa, che ha richiesto l’intervento dei carabinieri per riportare la calma, ieri il gup Piera Binotto ha respinto il patteggiamento, già concordato con la Procura, di Paolo Pasotti, 37 anni, imprenditore di Porcia, imputato di omicidio colposo in seguito alla morte di Nicolae Marin Donadel, deceduto nel settembre del 2008 mentre percorreva in bicicletta via Casut a Sacile.
Secondo il giudice l’istanza presentata dal difensore Marco Di Benedetto non è accoglibile. Sedici mesi non bastano, la proposta va riformulata. Se ne riparlerà fra un mese, quando difesa e pm troveranno un altro accordo.
A opporsi alla quantificazione della pena, attraverso la parte civile rappresentata dall’avvocato Roberto Russi, sono stati parenti della vittima, con i genitori Maria Rosaria Sciara e Guglielmo Donadel in testa, peraltro vicini all’Associazione dei famigliari vittime della strada Manuela proprio per sensibilizzare l’opionione pubblica su questo tema.
Nicolae era stato investito da una Fiat Bravo condotta da Pasotti. Sottoposto all’acoltest, l’automobilista era risultato positivo (il tasso era pari a 0,8 quando il limite è 0,5). I genitori del diciannovenne hanno presentato ai magistrati una memoria invitandoli a non sottovalutare la gravità del reato e auspicando un’inversione di tendenza proprio in merito alla quantificazione delle pene. Nessuno restituirà loro il figlio perduto.
Ciò che vogliono è giustizia sulla pena, che in questi casi va da due a sette anni. «Le nostre vite sono distrutte – avevano spiegato i genitori di Nicolae qualche tempo fa al Gazzettino -. Abbiamo fiducia nella giustizia, ma siamo pronti ad andare fino alla Corte europea per nostro figlio».

 

 

http://www.gazzettino.it/articolo.php?id=98088&sez=NORDEST

 


14 aprile 20010
Il ricorso fatto dai 3 dipendenti ANAS è stato giudicato inammissibile dalla Cassazione, confermati quindi il 1° e 2° grado della sentenza.
Il 14 aprile 2010 presso la Corte di Cassazione di Roma (piazza Cavour) alle ore 9.30 si dibatterà il caso del marito della nostra rappresentante della sede di Potenza Rosalba Romano.

Sia in primo che in secondo grado sono stati condannati ad 1 anno e 2 mesi due tecnici dell'ANAS.
Sulle strade si muore anche per cattiva progettazione e manutenzione.

Chi può e vuole essere vicino a Rosalba, appuntamento alle ore 9.30 a piazza Cavour davanti al tribunale.




 


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