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COMUNICATO STAMPA
 
-Sicurezza stradale: Aifvs e Ciacci oggi incontrano la Protezione Civile ieri Letta, mons. Marchetto, Landolfi
 
Il signor Franco Ciacci e’ arrivato ieri davanti a Palazzo Chigi, dopo aver percorso 250 km a piedi. E' stato ricevuto dalla Presidenza del Consiglio, dal Vaticano e dalla Commissione di Vigilanza per la Rai.
Oggi alle ore 17.30 la Presidente dell’Associazione Italiana Familiari Vittime della Strada Cassaniti e il signor Ciaccio saranno ricevuti dalla Protezione Civile.
 
L’Associazione Italiana Familiari Vittime della Strada e il suo associato Franco Ciacci sono stati ricevuti, ieri pomeriggio, dalla Presidenza del Consiglio nella persona del sottosegretario Enrico Letta. La presidente Giuseppa Cassaniti Mastrojeni ed il signor Ciacci hanno potuto esprimere al Governo la loro preoccupazione per la disorganizzazione con cui vengono affrontati gli interventi sulla sicurezza stradale. Non esiste, hanno asserito i rappresentanti dell’Aifvs, un coordinamento d’interventi tra i Ministeri coinvolti, tra il Governo centrale e le Amministrazioni locali, tra il Ministero dell’Interno e le forze dell’ordine (Polizia, Carabinieri, Polizie Municipali e Provinciali).
Il sottosegretario Letta ha assicurato che il Governo e il Presidente Prodi, in prima persona, hanno la ferma volonta’ ad affrontare con determinazione le problematiche della sicurezza stradale.
L’aver utilizzato lo strumento del decreto legge, successivamente convertito in legge, - ha sostenuto l’on. Letta – e’ la dimostrazione pratica dell’impegno del Governo.
L’Aifvs ha riconosciuto lo sforzo fatto ma chiede un nuovo approccio nella salvaguardia della vita, affidando ai poteri e al coordinamento della Protezione Civile l’emergenza che stiamo vivendo.
 
Il signor Ciacci e’ stato ricevuto anche da Sua Eccellenza Agostino Marchetto in Vaticano.
L’Aifvs ha ringraziato il Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti per aver redatto gli “Orientamenti per la Pastorale della Strada”, frutto di una grande opera di ascolto, di ponderazione e di discernimento e dedicato agli utenti della strada. Mons. Marchetto ha apprezzato la forza di volonta’ con cui il signor Ciacci sta lottando per difendere il supremo valore della vita.
 
Nel corso del pomeriggio anche il Presidente della Commissione di Vigilanza per la Rai Mario Landolfi ha ricevuto la delegazione dell’Aifvs. La presidente dell’Associazione ha chiesto al presidente di invitare la Rai, e gli altri mezzi d’informazione, ad occuparsi dei temi sulla sicurezza stradale in modo sistematico e preventivo. Non solo come fatti di cronaca.
Ha inoltre invitato il Presidente dell’Autorithy a controllare se la Rai sta rispettando le convenzioni stipulate con lo Stato in merito ai programmi di prevenzione e di educazione stradale.
 
Franco Ciacci, iscritto all’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada, è partito domenica 14 ottobre da Mercatale (Arezzo), proprio dove nel maggio del 2005 morì suo figlio in un incidente. A piedi ed esponendo su un carrellino un cartello su cui e’ scritto “Da Perugia a Roma 250 km a piedi per protesta: 7.000 morti, 300.000 feriti e 20.000 disabili gravi ogni anno sulle nostre strade. Una strage dimenticata”, dopo aver raggiunto Perugia, Spoleto, Terni, Narni ha proseguito la sua marcia verso Roma.
Questa marcia solitaria ha voluto spingere le istituzioni ad affrontare l’emergenza con un progetto d’intervento che, stanziando tutte le risorse necessarie, garantisse agli italiani la salvaguardia del valore supremo ed assoluto della vita.
 
La strada uccide indistintamente e democraticamente tutti coloro che hanno l’ardire di varcare la porta di casa: ricchi e poveri, delinquenti e onesti, vecchi e bambini, spericolati e prudenti.
 
 
 
Ufficio stampa Aifvs

COMUNICATO STAMPA

 
Sicurezza stradale: a piedi da Perugina, oggi a Roma da Prodi, Bertolaso, card.Martini, Landolfi
 
Il signor Franco Ciacci oggi arriva a davanti Palazzo Chigi, dopo aver percorso 250 km a piedi, proprio in occasione del Consiglio dei Ministri che affrontera’ anche il tema della sicurezza stradale.
Franco Ciacci, iscritto all’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada, è partito domenica scorsa da Mercatale (Arezzo), proprio dove nel maggio del 2005 morì suo figlio in un incidente. A piedi ed esponendo su un carrellino un cartello su cui e’ scritto “Da Perugia a Roma 250 km a piedi per protesta: 7.000 morti, 300.000 feriti e 20.000 disabili gravi ogni anno sulle nostre strade. Una strage dimenticata”, dopo aver raggiunto Perugia, Spoleto, Terni, Narni ha proseguito la sua marcia verso Roma.
Tra qualche ora raggiungerà l’ingresso di Palazzo Chigi dove, ad attenderlo, ci sarà una delegazione dell’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada, guidata dalla presidente Giuseppa Cassaniti Mastrojeni.
Quest’ultima e il signor Ciacci  saranno ricevuti:
- in Vaticano da Sua Eccellenza Agostino Marchetto, per il Pontificio Consiglio dei Migranti, da sempre in primo piano per combattere la strage stradale. Il Pontificio Consiglio dei Migranti ha realizzato anche un decalogo per l’automobilista;
- dal Presidente della Commissione di Vigilanza Rai on. Mario Landolfi;
- dal vice capo dipartimento della Protezione Civile Ing Fabrizio Colcerasa e dal Direttore Generale della Direzione Ufficio Valutazione Prevenzione e Mitigazione dei Rischi Antropici dr.ssa Marta Di Gennaro.
  Si spera, inoltre, che anche il Presidente del Consiglio Romano Prodi, impegnato questo pomeriggio in un Consiglio dei Ministri che trattera’ anche di sicurezza stradale, riesca a riceverli.
 
L’Aifvs e Franco Ciacci vuogliono dare uno scossone all’opinione pubblica, al Governo ed ai parlamentari che fanno fatica a prestare seria attenzione alla più drammatica emergenza nazionale del nostro Paese: 7.000 morti, 300.000 feriti e 20.000 disabili gravi ogni anno devono essere considerati una vera catastrofe nazionale. Più drammatica di un alluvione, di un terremoto, della guerra in Iraq o in Afganistan.
 
Questa marcia della speranza vuole sensibilizzare la Presidenza del Consiglio affinche’ si impegni ad affrontare l’emergenza con un progetto d’intervento che, stanziando tutte le risorse necessarie, garantisse agli italiani la salvaguardia del valore supremo ed assoluto della vita.
 
La strada uccide indistintamente e democraticamente tutti coloro che hanno l’ardire di varcare la porta di casa: ricchi e poveri, delinquenti e onesti, vecchi e bambini, spericolati e prudenti.
 
 
Ufficio stampa Aifvs
 

Avviso importante.

A causa di una affluenza maggiore del previsto alla manifestazione di Roma del 30 ottobre le autorità hanno dato disposizioni per lo spostamento in Piazza S.S. Apostoli.
Dal luogo originario dista c.a. 500 mt.

Sotto i nuovi percorsi stampabili per chi arriva dalla stazione Termini.
AIFVS onlus

Clicca qui per leggere il programma
Come arrivarci (pdf)

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Come arrivarci (doc)



COMUNICATO STAMPA - da avvocatocesari il 16/10/2007 * 20:36


Sicurezza stradale: Aifvs la modifica del codice penale, proposta o­n Fabris, è come se l’avessimo scritta noi.


La presidente dell’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada Giuseppa Cassaniti Mastrojeni, questa mattina nel corso del convegno “Nuove pene per i reati stradali”, ha apprezzato la proposta di legge dell’on. Fabris e ha detto “è come se l’avessimo scritta noi”.
L’introduzione nel Codice Penale dei delitti di guida in stato d’ebbrezza e sotto alterazione da stupefacenti e la creazione di una nuova fattispecie di reato per l’omicidio stradale commesso con dolo eventuale e guida aggressiva sono i temi inseriti nella proposta di legge.
Visto il completo riconoscimento dell’Aifvs nel documento dell’on. Fabris, la Cassaniti ha invitato il deputato dell’Udeur a “farsi portavoce dell’Associazione in Parlamento per tutto l’iter parlamentare della proposta di legge”.
La presidente Cassaniti nel corso del suo intervento al convegno ha anche chiesto e raccomandato ai magistrati, impegnati nei processi in fase d’indagine e di giudizio, di osservare le parole d’ordine del ministro Mastella “severita’ e certezza della pena” e di rispettare il diritto delle vittime alla verita’ e alla giustizia.
Il ministro Mastella nel corso del suo intervento al convegno ha espresso solidarieta’ alle vittime della strada ed ha accolto l’invito, rivoltogli dalla Cassaniti, a partecipare ai lavori della Conferenza Nazionale “Giustizia per le vittime” del prossimo 30 ottobre (www.vittimestrada.org).

Ufficio stampa Aifvs


Avventura in città per mia moglie - da mark59 il 16/10/2007 * 09:01


Alle ore 14,30 circa mentre percorrevo Via Tor de’ Schiavi(Quartiere Prenestino a Roma) la vettura del Sig. Tal dei Tali non osservava il semaforo rosso e mi tagliava la strada.Purtroppo l’incidente è stato inevitabile,un violento urto(a distanza di giorni sento ancora il rumore)e la parte anteriore della mia vettura parzialmente distrutta.Sola,frastornata e morta di paura ho chiamato da prima i carabinieri e successivamente i vigili, purtroppo dopo un’ora e mezza circa ancora non era arrivato nessuno.Il Sig. Tal dei Tali voleva compilare il CID, assumendosi la totale colpa dell’incidente, dichiarando che purtroppo non aveva visto che il semaforo era rosso e che se ne è reso conto troppo tardi.

Tengo a precisare che,il Sig. Tal dei Tali non ha visto il semaforo rosso,semplicemente perché era sul lato della carreggiata per lui contromano.

Quando sono arrivati i vigili urbani,ormai erano passate quasi due ore e mezzo,ma non si sono preoccupati più di tanto, ormai era stato redatto il CID.

Lascio a voi ogni possibile considerazione sull’accaduto,vero è che purtroppo viviamo in un paese che ormai sta andando alla deriva!

 

Elisabetta



Domenica 14 Ottobre 2007

«Va aggiornato il Codice penale»

di Raffaella Calandra


Da Pubblico ministero, ne ha esaminati a decine. Ma il dramma degli omicidi colposi sulla strada, Fabio Roia li ha vissuti direttamente, come figlio. «Nel 1996 – racconta il magistrato oggi membro del Csm – mio padre è stato travolto sulle strisce pedonali a Milano. L'autista ha patteggiato ed è stato condannato a Brescia, a 6 mesi, pena sospesa perché incensurato». Una sentenza che ha «turbato» il figlio, ma non ha «stupito» il magistrato, consapevole che «le pene per chi toglie la vita guidando ubriaco o a velocità elevata, sono virtuali: ci sono i benefici, che devono esistere; spesso si tratta di incensurati che patteggiano godendo così degli sconti» spiega Roia. Un meccanismo che però va modificato «perché così la pena non svolge la funzione deterrente», come ha verificato nei 15 anni da Pm a Milano: «I numeri sono aumentati. In media ogni 40 giorni, ogni turno esterno, mi arrivavano un paio di casi di omicidi provocati da autisti ubriachi». Fascicoli chiusi con patteggiamenti «da 10 mesi a un anno, nel caso di una sola vittima».
Roia propone allora «l'innalzamento dei parametri delle pene, con confisca dell'auto e, dove necessario, l'arresto in flagranza. Perché la guida in stato d'ebbrezza è un caso di colpa cosciente», cioè chi si mette al volante dopo aver bevuto, sa che potrebbe trasformarsi in un killer. Il magistrato non arriva a ipotizzare il dolo eventuale, ma approva la proposta di introdurre il reato di «omicidio colposo per guida in stato d'ebbrezza o sotto l'effetto di stupefacenti».
Un cavallo di battaglia, questo, del suo collega Pm a Bologna, Valter Giovannini, che «troppo spesso» deve occuparsi di morti sulla strada. «È avvilente – si sfoga Giovannini – ricevere ogni lunedì uno spaventoso numero di denunce per guida in stato d'ebbrezza». E così ha cercato una «giurisprudenza innovativa», da mettere in atto in due direzioni: il sequestro preventivo della patente fino alla sentenza di primo grado e la contestazione del reato di omicidio volontario. «Sono 25 le patenti che abbiamo requisito, fermando gli autisti ben oltre i sei mesi di un sequestro amministrativo. Tutti recidivi per guida in stato d'ebbrezza» spiega. Il Tribunale del Riesame ha finora condiviso questa linea di rigore, come nel caso della misura cautelare per un bolognese, ubriaco e sotto effetto di hashish, che a marzo ha investito un settantenne, uccidendolo. «Chi guida in certe condizioni accetta il rischio di incidenti mortali» è la tesi su cui si fonda la contestazione dell'omicidio volontario (la via che potrebbe imboccare anche il caso del bimbo travolto da una motocicletta a Bormio). Ma nulla è scontato e i giochi sono ancora aperti, se è vero che questa impostazione è stata bocciata dal Gip, anche se poi approvata dal Riesame. Potrà quindi accadere, scaduti i termini per il ricorso in Cassazione, che all'indagato venga applicata, dopo mesi, la misura degli arresti domiciliari. Pugno di ferro in Procura, dunque, in sintonia con il dettato del capo dell'Ufficio Enrico Di Nicola.
«Perché può essere arrestato chi ruba – ragiona Giovannini – ma non chi, ubriaco al volante, toglie la vita ad altre persone?». E cita l'esempio degli Usa, dove «chi viene trovato alla guida con tassi di alcol non consentiti viene fermato immediatamente». Ed ecco l'idea, condivisa dagli esperti di questa casistica, di pene non più virtuali, con l'introduzione dell'«omicidio colposo per guida in stato d'ebbrezza. Ciò – conclude il Pm bolognese – renderebbe possibile l'arresto, anche per chi si ferma e non scappa dopo l'incidente».
A una «soglia minima di pena», pensano invece Domenico Musicco e Gianmarco Cesari, tra i legali più attivi nella difesa delle vittime, attraverso l'associazione dei familiari (www.vittimestrada.org). «Non contestiamo la discrezionalità del giudice – precisa Musicco – ma la gente si sentirebbe meno calpestata se venisse fissata una soglia al di sotto della quale la pena non può scendere. In Inghilterra la soglia è di tre mesi».
«Si rischia di più a superare il limite dei 50 km/h – nota Cesari – perché i Comuni piazzano l'autovelox per fare cassa. Ma se guidi a 190, ubriaco, la passi liscia, per mancanza di controlli. In Italia, per avere un termine di paragone, in 12 mesi ne vengono fatti 200mila, in Francia 10 milioni”. Del resto, commentano i legali «nei Paesi che hanno affrontato il problema, chi guida ubriaco finisce in cella, da noi paga la multa. Non c'è altro da dire».

Domenica 14 Ottobre 2007

CONVEGNO
Gruppo Popolari-UDEUR della Camera dei Deputati
       

NUOVE PENE PER I REATI STRADALI
 DAL CODICE DELLA STRADA AL CODICE PENALE


Roma, 16 Ottobre 2007
Sala Convegni Autorità Garante per la Privacy
Piazza Montecitorio 161
ore 9.30 - 13.30

            Conduce i lavori: Ilaria Guidantoni, Giornalista
          
            Intervengono:

Alessandro Bianchi: Ministro dei Trasporti

Mauro Fabris, Membro Commissione Trasporti Camera Deputati;
Ascanio Rozera, Segretario Generale ACI;
Giordano Biserni, Presidente ASAPS;
Giuseppa Cassaniti Mastrojeni, Presidente Associazione Nazionale Familiari e  Vittime della strada;

Clemente Mastella:  Ministro di Giustizia


Nel corso del Convegno il Dott. Paolo Mazzoni, Capo delle Relazioni Esterne del Centro Studi per la sicurezza stradale della Fondazione 3M, illustrerà i dati relativi all’Indagine Campionaria sullo Stato di Salute della Segnaletica Stradale in Italia.           


A partire dalle h. 9.00 sarà offerto un caffé di benvenuto a tutti i partecipanti ai lavori.


(ANSA) SICUREZZA STRADALE: MANIFESTAZIONE A ROMA FAMILIARI VITTIME

 - ROMA - Rivendicare per le vittime della strada ''sia cittadinanza processuale e che dignita' sociale''. Questo l'intento della manifestazione promossa dall'associazione familiari e vittime della strada (Aifvs) per il 30 ottobre a Roma. L'iniziativa e' stata annunciata a margine di un'audizione oggi alla Camera davanti alla commissione Trasporti alla quale hanno preso parte altre associazioni di categoria. L'intento e' quello di comunicare, hanno precisato i promotori, all'opinione pubblica le nostre richieste: garanzia costituzionale per i diritti delle vittime; parita' processuale tra imputato, vittima e Stato; finalizzare il processo alla ricerca della verita'; corsie preferenziali per i processi riferiti ai delitti contro la persona; effettivita' e certezza della pena; risarcimento equo ed integrale; uguale assistenza alle vittime dei reati colposi e dolosi, e costituzione dei centri di assistenza per le vittime. Nel corso dell'audizione alla Camera, Giuseppa Cassaniti Mastrojeni, presidente AIFVS ha ricordato come l'affermazione del Ministro Di Pietro a una trasmissione in tv - alla quale lei stessa aveva partecipato - che gli automobilisti sono disciplinati quando guidano in Svizzera, ma gli stessi appena oltrepassano il confine e guidano in Italia non sono piu' osservanti delle norme, ''dice chiaramente che il difetto e' proprio nel sistema: se il guidatore e' lo stesso, cio' che cambia e' il sistema. In Svizzera il sistema paese e' fondato sull'interazione tra legge e comportamenti concreti, in Italia il sistema e' fondato sulla frattura tra Carta Costituzionale e comportamenti concreti: i cittadini fanno quello che vogliono perche' sanno che in Italia questo e' possibile.(ANSA). TH




 
 

BORMIO, BIMBO DI TRE ANNI IN BICI UCCISO DA PIRATA DELLA STRADA
Dopo l'impatto, il motociclista ha continuato la sua corsa
postato 8 ore fa da APCOM

Roma, 7 ott. (Apcom) - Investito da una motocicletta, mentre insieme con la mamma tornava a casa in sella alla sua bici: un bambino di tre anni è morto così a Bormio, in provincia di Sondrio.

A riferire dell'incidente, avvenuto ieri attorno alle 20.00, sono stati nella notte i carabinieri. Secondo le prime ricostruzioni, il bambino tornava verso casa seguendo il percorso di una pista ciclabile. Al suo fianco, su un'altra bici, c'era la madre.

La donna è stata ricoverata in ospedale in stato di choc. Il motociclista è riuscito a evitarla ma non a schivare il bimbo. Dopo l'impatto, il 'pirata' ha proseguito la corsa


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