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Simone non c'è più - da Carlo Michelini il 13/07/2010 * 18:10

Torno ora dal Santa Chiara di Pisa dove ho lasciato ricoverato Carlo, uno dei 4 ragazzi coinvolti, stamani alle 6, nello schianto della macchina su cui viaggiavano, contro un pino davanti a Camp Darby.
"E' andata di lusso". Me lo sono sentito ripetere praticamente da ogni infermiere. Uno dei volontari delle ambulanze intervenute mi ha detto: "Pensavamo di dover portare via 4 cadaveri da come era conciata la macchina" e ha aggiunto la frase di cui sopra!
Statisticamente, viste le modalità dello schianto, è sicuramente come dicono loro, ma Simone non c'è più e il fatto che mio figlio stia relativamente bene in un letto non sposta di un millimetro la questione: PERCHE' I NOSTRI FIGLI DEVONO CONTINUARE A MORIRE.
Non erano dei "bastardi" (e comunque anche questi hanno una mamma a casa). Ragazzi tutti studio e basket, Carlo è stato appena promosso con 100 alla maturità, unico altro hobby la pesca. Ti dice che va a Viaregio con gli amici, cosa fai, lo leghi?
Poi alle 6 il letto è ancora vuoto e ti dici che sono a dormire in macchina da qualche parte, ma alle 8 arriva quella telefonata.
Babbi e mamme, nessuno è immune, quella telefonata può arrivare a chiunque. Non basta avere un bimbo bravo per esserne immuni e quando arriva il mondo crolla.
E' andata di lusso sì, ma che lezione per chi rimane!
Fuori del Pronto Soccorso decine di amici dei ragazzi, tanti piangevano. Ho detto loro: "Piangere è giusto, ma pensateci prima, tutti. Che la lezione sia per tutti, chi c'era e chi avrebbe potuto esserci.
Che moda è fare mattina a Viareggio e fermarsi a fare colazione a Pisa, per poi passare da quel viale maledetto dove quasi ogni pino ha legato un mazzo di fiori.
Pensiamoci tutti! Simone non c'è più, ma almeno questa volta che serva a qualcosa
Il babbo di Carlo Michelini
 
Devo solo aggiungere a questo testo che tutti e 4 i ragazzi sono risultati puliti ai test per alcol e droghe.

Ho letto tutto, attentamente. Qualche lettera più di una volta, per assimilare bene quello che conteneva e non correre il rischio di fraintendere i concetti.
Vorrei commentare una per una ogni singola frase, ma purtroppo dopo una giornata trascorsa in ospedale arrivo a casa svuotato.
Tanto svuotato ora, quanto ero forte fino ad un'ora fa', quando ero ancora con Carlo. Non avrei creduto di avere questa forza, nonostante in questi giorni abbia mangiato poco (e solo per ragionamento) e riposato anche meno.
Ma i figli evidentemente danno questa forza e solo adesso capisco dove trovasse l'energia mio padre, quando 20 anni fa passava a trovarmi proprio al S.Chiara dove ero ricoverato in gravi condizioni per un incidente avvenuto in tutt'altre circostanze.
Babbo passava la mattina prestissimo, dopo aver parcheggiato il camion chissà dove. Poi me lo vedevo apparire alle 10 la sera prima di tornare a casa dopo una giornata passata in giro col camion a fare da solo il lavoro che toccava soprattutto a me.
Solo ora capisco: babbo passava a ricaricarsi!
Lo so, ho divagato, ma sono un istintivo e i pensieri ve li scrivo velocemente così come mi passano, con solo qualche correzione sulla punteggiatura!
Adesso forse sarò duro con qualcuno! Ho ricevuto in questi giorni decine e decine di telefonate. Evidentemente il mio sfogo, poi pubblicato da Il Tirreno, ha smosso qualcosa.
In particolare un amico mi ha detto: "Mentre leggevo la tua lettera, piangevo". E un altro: "Piero, la tua lettera è Vangelo" (ha detto proprio così!).
Sul sito uno a scritto che probabilmente, come sempre, passato qualche giorno tutto si calmerà di nuovo per tornare nella solita routine, senza che siano stati adottati particolari provvedimenti.
Fino al prossimo lutto, voglio aggiungere io con un certo cinismo.
Io non voglio che questa volta succeda! Sono stato chiamato in causa in prima persona dal destino, e il destino mi ha dato il privilegio di poter iniziare un qualcosa, per provare a cambiare questo "modus vivendi", con la gioia nel cuore, anziche con la morte come è successo a tanti altri meno fortunati.
Lorenzo ieri sera, quando è andato a trovare Carlo, ha detto a mia moglie: "Sai Antonella, l'ho letta 2 volte la lettera di Piero".
Lore è cresciuto con Carlino alla Pielle e come gli altri amici lo sento un pò anche figlio mio, e Lorenzo, così come Paolo, mio coetaneo che mi ha nominato evangelista sul campo, mi hanno fatto capire che devo fare qualcosa.
Il Vangelo (quello vero) è un libro che, chi ci crede, legge un pò tutte le sere; allora chi crede che quello che ho detto è giusto, ritagli la lettera dal giornale e la sera (lo dico senza voler essere blasfemo) la faccia leggere ai figli e la legga un pò anche lui, perchè se non facciamo tutti un passo indietro, padri, figli, cantanti, attori, comici, discotecari e chiunque altro sia coinvolto a qualsiasi titolo "nell' Educazione" dei giovani, se non facciamo un passo indietro, ogni altra vittima sacrificata per questo tipo di divertimento, credo che sarà, anche solo in minima parte, ma sulla coscienza di tutti.
Padri e madri, diciamo no (un no motivato, spiegato, non imposto certamente) quando chiedono di rientrare la mattina, bisogna avere la forza di negarglielo, perchè il divertimento di una notte, altrimenti, diventa una lotteria e quando esce il tuo numero......
Piero Michelini

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