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Sarà presentato come decreto legge

Clemente inventa la condanna a “pena condonata”

 da: www.lapadania.com

 

 Il viaggio americano ha galvanizzato il Guardasigilli Clemente Mastella. L’altro ieri in un colpo solo si è visto approvare il decreto legge sulla Giustizia che porta il suo nome -e che ha fatto contenta l’ala sinistra della magistratura - e, come non bastasse, ha fatto recapitare alle agenzie giornalistiche una noticina in cui si dice che il titolare del Dicastero di via Arenula ha intenzione di proporre al prossimo Consiglio dei ministri «l’adozione di un decreto legge per accelerare la celebrazione dei processi che hanno ad oggetto reati coperti dall’indulto recentemente concesso con la legge del 31 luglio 2006». Bel colpo, considerando che tutto questo accadeva mentre Mastella, anziché dibattere in Aula con i parlamentari, stava dall’altra parte dell’Oceano, a New York.
Ma il decreto di legge che il ministro si appresta a presentare riserva una serie di aspetti curiosi. «A seguito dell’approvazione dell’indulto sono moltissimi i procedimenti che si concluderanno, in caso di condanna, con una pena che dovrà essere dichiarata condonata», si legge nella nota del Ministero. E ancora: «Il decreto legge ha come scopo quello di agevolare la pronta definizione di tali processi, evitando inutili quanto defatiganti attività processuali. La novità, che si ritiene consentirà di conseguire effetti deflattivi importanti, consiste nella riapertura dei termini per formulare richiesta di patteggiamento durante i procedimenti di primo grado che si trovano già in fase dibattimentale o durante il giudizio abbreviato». Detto così, sembra che il Ministero voglia porre rimedio a un errore fatto in precedenza, cioè al momento dell’approvazione della legge sull’indulto. Una norma varata in tutta fretta, e fatta passare come un tocca sana per la situazione delle carceri nazionali, sovraccarichi di delinquenti che con l’indulto sono stati rimessi per strada a proseguire nelle loro faccende presumibilmente poco legali.
Così, visto che all’approvazione dell’indulto Mastella non riuscì, o non ricordò, che a ogni condanna è collegato un processo, ora interviene per «agevolare la pronta definizione di tali processi, evitando inutili quanto defatiganti attività processuali». Insomma, dice Mastella, i Tribunali si troveranno a emettere condanne di persone che in carcere non ci andranno mai poiché si avvarranno dell’indulto. E allora, si riaprano i termini per i patteggiamenti e così il giudice potrà emettere sentenze “abbreviate” e la macchina della giustizia ne godrà.
Ci sarà da scompisciarsi dalle risate a immaginare che tipo di sentenza potranno emettere quei giudici: «In nome del popolo italiano, la Corte, eccetera, condanna il convenuto ad anni due di detenzione per il reato, eccetera. Ma grazie (la formula potrebbe essere proprio questa, grazie) alla legge sull’indulto, la sentenza è annullata». Chi ha avuto, ha avuto e chi ha dato, ha dato. I criminali subito liberi, le vittime a piangere le loro ferite.
Al di là del colore, le cose potrebbero andare proprio così, perché il ddl che il ministro intende presentare è pensato affinché «l’intervento proposto» consenta alle parti di «chiedere congiuntamente al giudice, alla prima udienza utile successiva alla data di entrata in vigore della legge, l’applicazione di una pena da dichiararsi condonata, evitando ogni ulteriore attività istruttoria (audizione di testimoni, periti, ecc.), giungendosi così alla sentenza con molto anticipo rispetto ai tempi ordinari, con evidenti effetti benefici sul carico di lavoro che grava sugli uffici giudicanti», conclude il Ministero. Questa sarebbe una degna prosecuzione della stroncatura della riforma Castelli: prima i Tribunali condannavano a pene da scontare, se passa il ddl che vuole Mastella, condanneranno a “pene condonate”.
 

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