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Venerdì sera abbiamo saputo che in città ed in 19 comuni limitrofi, la regione Lombardia ha pensato bene di applicare il blocco delle auto, mi sono sentito male dalla notizia, anche sapendo che questo blocco in parte era doveroso, dopo tre mesi di permessi e vari preparativi per la Manifestazione delle croci, vedo andare in fumo tanto lavoro, già sabato diverse famiglie di vittime mi hanno telefonato dicendomi che avevano notevoli disagi nello spostamento e non sarebbero potuti assistere all'evento, sebbene tutto questo, la manifestazione è andata molto bene, anzì meglio dello scorso anno, quest'anno tutte le autorità della citta sono intervenute, dal Prefetto al Presidente della Provincia al Sindaco di Brescia e diversi assessori provinciali, anche un gruppo di "amici della bici" hanno voluto essere al nostro fianco, ma quello che mi ha fatto ulteriore piacere sono state due cose, la prima, un grazie di cuore ai vari responsabili di sede vicini, come  Pierina Guerra e marito di Venezia,  Laverda Ferdinando di Vicenza, Pallotti Alberto e moglie di Verona, Vanna Detomi e marito di Padova, all'amico Battistini Paolo,a Francesco Guastaferro resp. di Milano Provincia,  all'avvocato Musicco di Milano ed amico, e la seconda cosa, ( permettetemi forse la più importante) aver avvicinato famiglie nuove, che hanno voluto aderire all'associazione, ma più che altro hanno voluto il nostro conforto umano, la nostra vicinanza.
Questo articolo del giornale spiega altrettanto bene l'esito della manifestazione.
Ciao e grazie nuovamente a tutti
Alcune foto manifestazione Clicca qui
Roberto  Merli    


BRESCIAOGGI
Lunedì 20 Novembre 2006 cronaca Pagina 8

Sgomento dei cittadini di fronte alle 148 croci sistemate dall’associazione Familiari e vittime della strada nel cuore della città


Incidenti stradali, dolore in piazza


Roberto Merli: «Il destino non c’entra nulla. La colpa è di chi sta al volante»

di Francesco Apostoli



«Non parliamo del destino». Roberto Merli, presidente della sezione bresciana dell’associazione «Familiari e vittime della strada», è categorico. Non bastano i cantieri, la messa in sicurezza delle strade provinciali, gli incontri nelle scuole, gli spot di sensibilizzazione. «Gli uomini sono i principali responsabili degli incidenti stradali - aggiunge Merli - serve maggiore senso di responsabilità da parte di tutti».
Il messaggio non ammette repliche. Giunge da una persona che sulla strada ha perso un figlio e che, da allora, si impegna nel sostegno psicologico e legale delle famiglie: «Cerchiamo di avvicinare genitori e parenti delle vittime fornendo prima di tutto sostegno psicologico e conforto e poi un’assistenza legale adeguata».
Anche quest’anno, in occasione della Giornata europea delle vittime della strada, l’associazione presediuta da Roberto Merli porta in piazza Loggia le croci di legno, simbolo delle vite bruciate sulle strade bresciane. Sono 148. «Un triste primato per Brescia, che si colloca ancora ai vertici in Italia per il numero di incidenti mortali» sottolinea il legale dell’Associazione Domenico Musicco. I dati parlano di un trend in leggero calo: «Dal 2000 gli incidenti sono diminuiti - spiega Merli -, giungendo ai 148 dello scorso anno. Questo anche grazie alle numerose attività portate avanti in sinergia con le istituzioni locali».
I rappresentanti di Provincia e Comune Alberto Cavalli e Paolo Corsini sono presenti in piazza, si aggirano tra le croci insieme agli assessori ai Lavori Pubblici e al Traffico, rispettivamente Mauro Parolini e Ettore Brunelli.
«Un calvario angosciante che si ripete tragicamente ogni anno - dice Corsini -. Un triste primato del nostro territorio che va a sommarsi alle morti sul lavoro. È paradossale che si piangano le vittime e poi si critichino gli interventi di miglioria portati avanti dalle amministrazioni locali: le rotonde, per esempio, sono veri e propri deterrenti per la pericolosità delle intersezioni stradali».
L’associazione prosegue nella sua opera di sensibilizzazione nelle scuole: «Tre o quattro volte a settimana organizziamo incontri fo rmativi negli istituti superiori della provincia - racconta Merli -. Puntiamo molto sul senso di responsabilità. I ragazzi si dimostrano molto attenti perchè si parla di eventi che toccano tutti».
Simili eventi colpiscono al cuore tutta la cittadinanza, che condivide il dolore che queste persone cercano coraggiosamente di comunicare.
«Si tratta di far comprendere a tutti il vero valore della vita - sottolinea il presidente Cavalli -. Possiamo avere strade più sicure, auto tecnologicamente avanzate, ma dobbiamo riuscire a parlare alle persone, che sono la causa maggiore di incidenti. Per questo motivo associazioni come quella di Roberto Merli svolgono un ruolo fondamentale per la nostra società».
Dalle croci pendono le fotografie delle giovani vittime. Volti sorridenti, immagini rubate a momenti di vita quotidiana, ragazzi, bambini in posa di fronte ad un obiettivo. «Sono i sorrisi più tristi che abbia mai visto», chiosa una signora impellicciata transitando per la piazza e soffermandosi ad ascoltare i racconti di alcuni membri dell’associazione.
Storie che parlano di fragilità e impotenza di fronte ai tragici effetti degli errori umani, dalle quali emerge talvolta la rabbia di chi si scontra contro la mancanza di condanne certe per i pirati della strada, e si trova a fare i conti con pene troppo lievi e sospensioni di patenti troppo brevi. «Come avvocati dell’associazione, cerchiamo di sensibilizzare l’opinione pubblica - precisa Musicco - e gli organi di governo affinchè venga fatta giustizia nelle aule attraverso un inasprimento delle pene, sospensioni più lunghe per le patenti e risarcimenti più equi, intorno al milione di euro». Alcuni non concordano, scuotono la testa: «Non ci importa del denaro. I soldi non possono restituire le vite che ci sono state rubate».


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