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Febbre a 200" del sabato sera
Troppe le vittime sulle strade
da www.voceditalia.it
 
Inasprire i controlli e le sanzioni: può essere una soluzione?

Torino, 5 marzo: Paolo Rolle: a 20 anni la sua storia si è conclusa.
Settima vittima solo in Piemonte; 42 in tutta Italia : questo il bilancio mortale che connota ormai ogni week-end.
La Bmw presa in prestito dai genitori; l’ora tarda di notte; l’inesperienza alla guida; la forte velocità. La ragione non è ancora certa e, francamente, ormai inutile per chi ama Paolo.
Il tragico incidente è avvenuto intorno all’una e mezza di sabato notte. La vettura è finita fuori strada in un tratto rettilineo tra Villafranca Piemonte e Cavour, nel torinese.
In seguito allo sconfortante bilancio del passato week-end oggi pomeriggio, alle 15.30, presso la Prefettura di Torino, si terrà un vertice che vedrà il prefetto Goffredo Sottile impegnato con varie autorità nel delineare drastiche misure contro la guida ad alta velocità, considerata la causa principale delle morti del sabato sera.

Roma: la revisione delle misure di controllo legate alla guida è stata oggetto anche dell’intervista concessa alla Stampa dal ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi, il quale annuncia un vero e proprio giro di vite contro le stragi del sabato sera e i pirati della strada. “I numeri degli incidenti – afferma – sono ormai da guerra civile: occorre dare un segnale forte”. La prossima settimana ci sarà, in Consiglio dei ministri, annuncia Bianchi, “un pacchetto di misure al quale stiamo lavorando da tempo insieme a Interni, Politiche giovanili, Pubblica istruzione e Sanità. In tutto sono 12 – 13 linee di azione ben precise su formazione, informazione, regole e controlli”.
Le misure più urgenti da inasprire, perché causa principale di incidenti, sono: superamento dei limiti, guida in stato di ebbrezza e mancato rispetto delle precedenze, per i quali sono previste penalità raddoppiate nelle infrazioni più gravi e ritiro della patente nei casi limite. Ancora: velocità ridotta in maniera selettiva a 120 chilometri l’ora sulle autostrade; più pattuglie e più controlli.

Io credo che qualsiasi questione legata al  mondo dei giovani si scontri con il problema della loro incapacità di prevedere le conseguenze delle proprie azioni. Il loro è un tempo deformato, con una forte amplificazione del presente a scapito di ciò che è stato o sarà. Questo spiega l’estremismo dei loro gesti (la cronaca della scorsa settimana parlava di un accoltellamento per una banale gelosia), l’incapacità di dare una giusta dimensione alle esperienze che vivono. “Me ne frego se vado a sbattere: ne è valsa la pena!”, o ancora: “no, non può succedere a me!”. Questi sono i ragionamenti che accomunano i giovani, che li rendono indifferenti di fronte a coercizioni esercitate dall’autorità. Si credono immuni e immortali.
Ecco perché, accanto alle pur necessarie e indispensabili misure di controllo, occorre sicuramente approfondire l’aspetto formativo. Non basta, però, informare i giovani sulle possibili conseguenze dell’alta velocità o di qualsiasi altra infrazione stradale; provate a interrogarli in proposito: sarebbero studenti modello! L’insegnamento più efficace proviene dall’esperienza. Sto pensando a un metodo empirico, che sappia associare la teoria con la sua prova simulata, in modo che si crei una sorta di vissuto quasi realmente sperimentato, aumentando così consapevolezza delle proprie azioni.
Se Paolo e tutti i suoi “compagni di sventura” potessero avere un’altra opportunità, credete che correrebbero ancora a 200 Km all’ora?

Annalisa Tregattini


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