«SE non aumentiamo i controlli sulle strade, l’inasprimento delle pene sarà inutile. E se ci fossero più controlli non sarebbe neppure necessario inasprire le pene». All’indomani della presentazione del pacchetto sicurezza del ministro Bianchi, Pina Cassaniti Mastrojeni, presidente dell’Associazione italiana Famigliari e Vittime della Strada (Aifvs) (che conta 80 sedi sparse in Italia) rilancia: «Servono più pattuglie e bisogna fare in modo che per alcune infrazioni i punti non siano più recuperabili». Il problema è sempre lo stesso dunque: mancano pattuglie sulle strade... «Se è vero che in Italia abbiamo più agenti che in altri Stati Europei, allora forse è il caso di rivedere come vengono utilizzati. Possono anche essere incrementate le pene, ma se poi non c’è chi deve sanzionare, allora non serve». Il pacchetto-sicurezza prevede anche pene alternative per chi guida sotto effetto di alcol o droga. Vale a dire l’obbligo a svolgere servizi di utilità sociale e a fornire assistenza alle vittime di incidenti che siano rimaste inabili. Cosa ne pensa? «Si va nella giusta direzione di rieducare le persone a un maggiore senso di responsabilità e questo è davvero apprezzabile. Come si potrebbe prevedere l’obbligo di partecipare con il 118 al recupero dei feriti o morti in un incidente. Questo senso di responsabilità deve però essere generale perchè il problema delle stragi non lo si risolve se si pone attenzione solo all’ultimo anello della catena, cioè il conducente». Vale a dire? «Noi riteniamo che si deve puntare sulla corresponsabilità. Innanzitutto bisogna migliorare le scuole guida che diventino vere esperienze di guida e di conoscenza di tutti i problemi che questa può comportare, compreso il fatto di potersi trasformare in un mezzo di morte. Poi c’è la responsabilità degli enti locali, dei locali da ballo, di chi cosstruisce le strade, dei mezzi di comunicazione. I dati ci dicono, ad esempio, che in un week end muoiono tante persone quante nel resto della settimana: di fronte a questo dato di fatto come si può continuare a sostenere che i locali non hanno responsabilità? All’esterno dei locali oltre alle pattuglie dovrebbero essere affissi cartelli che ricordano gli incidenti e le vittime causate dai loro clienti. E in caso di incidente di un cliente andrebbero penalizzato anche il gestore. E poi non si possono continuare a fare campagne per la sicurezza stradale e poi accettare pubblicità ingannevoli che ti promuovono un’auto per la sua potenza senza dirti che può anche distruggere una vita». E per la revisione della patente a punti? «Per noi, il cui unico interesse è tutelare la vita, servono misure più drastiche. Insomma bisogna avere il coraggio di prevedere per alcuni tipi di infrazioni (penso ad esempio alle inversioni a U, al sorpasso azzardato, alla velocità eccessiva) la perdita dei punti senza possibilità di recupero. Questo sarebbe un deterrente per evitare trasgressioni alla guida. Il nostro slogan è: via i punti, via la patente». Nel complesso il piano del governo come vi sembra? «E’ valido e apprezzabile, ma chiediamo di poter essere ascoltati anche noi in quanto rappresentiamo gli interessi collettivi». (m.v.)
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