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Speciale GlobalpressItalia - da AIFVS onlus il 15/04/2007 * 00:10

Fonte GlobalpressItalia

Prima Pagina

 
Motori/ Una campagna contro la pubblicità che esalta la velocità delle nuove autovetture
GLI INCIDENTI STRADALI SONO LA PRIMA CAUSA DI MORTE DEI GIOVANI
L'Associazione Italiana Familiari Vittime della Strada si affianca alla prossima Settimana Mondiale della sicurezza stradale promossa dall’Onu, promovendo una campagna contro le pubblicità automobilistiche che esaltano la velocità come elemento principale tra le virtù di una vettura. Lo scopo? Dimezzare i 7.000 morti per incidenti.

ROMA - L'Associazione Italiana Familiari Vittime della Strada (AIFVS), in vista del traguardo imposto dalla Ue, dell'abbattimento dei decessi sulle strade del 50% entro il 2010, ha lanciato una campagna contro le pubblicità automobilistiche che esaltano la velocità sotto ogni forma. L’associazione chiede in particolare all’Autorità Garante per la Concorrenza ed il Libero Mercato di avviare una indagine che porti a vietare questo tipo di pubblicità anche tramite iniziative legislative. Sono svariati gli spot che oggi non fanno altro che evidenziare le capacità delle autovetture, soprattutto la loro potenza. Proprio su questo fattore si batte l’AIFVS la quale cerca invece di sensibilizzare, soprattutto i giovani, sul pericolo che si corre sottovalutando la potenza di queste macchine. Fondamentale è tenere sempre presente quali sono i limiti di velocità previsti dalla legge. Il codice della strada stabilisce che non possono essere superati i 130 km/h per le autostrade, i 110 km/h per le strade extraurbane principali, i 90 km/h per le strade extraurbane secondarie e per le strade extraurbane locali, ed i 50 km/h per le strade nei centri abitati, con la possibilità di elevare tale limite fino ad un massimo di 70 km/h per le strade urbane .

La Settimana Mondiale della Sicurezza stradale

L’AIFVS partecipa anche attivamente alla prossima settimana dedicata alla sicurezza stradale promossa dall’ONU. L'Assemblea dell'Organizzazione delle Nazioni Unite ha istituito nell'ottobre 2005 la Settimana Mondiale della Sicurezza Stradale, con il fine di migliorare la sicurezza stradale dei Paesi che ne fanno parte. La Settimana si configura quindi, nelle intenzioni dell'ONU, come un'occasione storica per portare all'attenzione dei cittadini di tutti i Paesi il tema delle lesioni da incidentalità stradale. Quest’anno la Settimana sarà focalizzata sui "giovani utenti della strada", di età compresa tra 0 e 25 anni e si svolgerà tra il 23 ed il 29 aprile 2007. Ci si attende che nel corso di essa, in tutto il mondo, si attuino centinaia di iniziative a livello locale, nazionale e continentale, organizzate da organismi statali e locali, enti pubblici e privati, associazioni, fondazioni e da coloro che si adoperano per la sicurezza stradale. Lo slogan della Settimana sarà, come in occasione della Giornata Mondiale della Sanità del 2004, "Road Safety is no accident", tradotto in "L'incidente non è fatalità", ma che potrebbe essere inteso anche come "Sicurezza stradale vuol dire nessun incidente". A Ginevra dal 23 al 24 aprile 2007 si svolgerà l'Assemblea Mondiale dei Giovani per la Sicurezza Stradale con l’obbiettivo di elaborare una specifica "Risoluzione sulla sicurezza stradale" per rilanciare nuove ed efficaci iniziative di sicurezza stradale nei prossimi anni.
In Italia tra i promotori l’ACI, con la campagna “Obiettivo 2010, un traguardo per la vita - 1 milione di firme per impegnare ONU, G8 e Governo Italiano”.
Sono circa settemila le persone che ogni anno in Italia perdono la vita a causa di incidenti stradali, 18 al giorno; 20mila sono i disabili, i gravi; un milione finiscono al pronto soccorso, più di 300 mila i feriti, 145 mila i ricoveri ospedalieri. Solo nell’ultimo fine settimana di Pasqua ci sono stati 44 morti. I numeri testimoniano che il danno, anche dal punto di vista socioeconomico e sanitario, è enorme. Gli incidenti stradali sono la prima causa di morte per i giovani tra i 15 e i 29 anni.

Strade pericolose

Secondo gli ultimi dati statistici resi noti dall’Unione Europea, le strade italiane sono tra le più pericolose dell’Europa. Fra i Paesi che negli ultimi anni si sono impegnati a migliorare la sicurezza stradale vi sono diverse nazioni del Nord Europa. Nell’ultimo decennio Svezia e Finlandia sono riuscite a ridurre il numero di morti per incidenti stradali di oltre il 45%; Olanda e Regno Unito di oltre il 33%. In questi Paesi oggi si registrano tassi di mortalità che sono la metà di quelli italiani. La Gran Bretagna e' passata da 9000 a meno di 3000 morti l'anno. Ad esempio gli agenti, inglesi sono dotati di moderni dispositivi per rilevare gli eccessi di velocità, e se non si paga la multa si rischia anche l'arresto. Inoltre sono state piazzate telecamere gialle e ben visibili su strade ed incroci: nella sola Londra sono quasi 700 e negli ultimi anni gli incidenti - anche per questo - sono diminuiti del 47%. In caso di sinistro è del tutto naturale che la polizia esponga un cartello giallo sul luogo dell'incidente, richiedendo testimonianze e informazioni.
Sapere come succedono gli incidenti aiuta ad imparare a come evitarli. In Gran Bretagna parte dei soldi incassati con le multe si finanziano programmi di prevenzione sulla sicurezza stradale nonché materiali educativi e moderne tecnologie. L'Inghilterra ha dichiarato tolleranza zero a chi si mette al volante dopo aver bevuto. A Londra per questo è nato "Scooterman": un ragazzo con un mini-motorino arriva a prelevare la persona che ha bevuto per portarlo a casa con la sua macchina. Lo scooter viene smontato e riposto nel baule dell'auto del cliente. Il costo è inferiore a quello di un taxi.
 
13 aprile 2007
Roberta Russo


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