(Milano 14/08/2008 – TGCOM ospita un commento di Domenico Musicco, legale dell’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada ONLUS, sugli ultimi tragici due week-end sulle strade italiane, che hanno riproposto in modo drammatico il tema della sicurezza e della scarsa capacità di intervento per ridurre lo stillicidio di incidenti e vittime)
La cronaca degli incidenti riportata dai giornali e dalle televisioni e i dati diffusi dalla polizia stradale sul numero dei sinistri e delle vittime dà purtroppo la misura della pressoché impercettibile diminuzione dell’incidentalità stradale dal 2005 ad oggi. Assistiamo addirittura a dati in controtendenza, con le 43 vittime dello scorso week-end (fra cui le 14 vittime della A4 e del Salento), come pure in controtendenza è, rispetto al 2007, la pirateria stradale, con un aumento del 97% dei casi di chi, dopo aver provocato un incidente, spesso con esito mortale, si dà alla fuga.
Veniamo dunque ai problemi posti dal tragico bollettino di morte che si ripete con cadenza fissa ogni giorno, ogni mese, ogni anno e soprattutto nei fine settimana d’estate. Gli ultimi spaventosi incidenti, con vittime giovanissime sulle autostrade e sulle strade d’Italia, ci dicono una cosa sola: nonostante i proclami, i cosiddetti pacchetti sicurezza, gli inasprimenti delle pene (più sulla carta che nella realtà dei tribunali), la situazione è di un desolante immobilismo. La proposta da me avanzata di procedere all’arresto obbligatorio immediato per 3 mesi e al ritiro della patente per 5 anni per i responsabili di incidenti stradali con esito mortale, quando vengano sorpresi sotto effetto di alcol o droghe o si diano alla fuga dopo l’incidente, non ha ancora fatto ingresso nella mente del “legislatore”. Questi preferisce proclamare pene esemplari piuttosto che applicare con ragionevolezza delle pene che, seppure contenute, appaiono certe.
Così facendo, si lascia al magistrato la più ampia discrezionalità su tempi, modi, sanzioni, avremo sempre una giustizia a spot. Può accadere che un automobilista killer viene arrestato, l’altro no; uno sta in carcere pochi giorni, l’altro ai domiciliari una settimana, un altro ancora circola liberamente. La gente, il cittadino chiede invece la “certezza della pena”, un deterrente forte per chi si mette alla guida con incoscienza e superficialità. Nei giorni scorsi persino il Vaticano, dalle pagine dell’Osservatore Romano, ha parlato di vera e propria guerra sulle strade: 7.000 morti l’anno e 25.000 invalidi, cifre che pongono l’Italia come fanalino di coda in Europa. I controlli sono ancora troppo pochi: 500 mila quelli sul tasso alcolemico contro i 10 milioni effettuati in Francia. Più pattuglie sulle strade, ma per davvero e soprattutto nelle fasce notturne, fuori dalle discoteche e dai locali. Resto scettico sul numero di pattuglie che, secondo i dati di Polstrada e Carabinieri, sarebbero sul territorio: 35.915 pattuglie nel fine settimana dall’8 al 10 agosto. Un dato che mi sembra del tutto sproporzionato e non rispondente al vero.
Mano più leggera per l’utente medio della strada che commette piccole infrazioni e pene severe per chi circola impunemente sulle strade, per chi guida ubriaco, drogato o a velocità abnorme in centro urbano. Infine le assicurazioni: i danni più gravi devono essere risarciti. La nostra associazione si batte da anni perché venga riconosciuto in pieno il danno esistenziale che consenta alle famiglie un risarcimento più dignitoso per la perdita di uno stretto congiunto. Non si può più speculare sulla vita delle persone. Pene certe, più controlli sulle strade, soprattutto quelle più pericolose e in orario notturno, risarcimenti più elevati per le vittime. In una parola il cittadino e l’AIFVS chiedono più giustizia.
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