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Il Papa: indegno morire così - da Corriere it il 18/08/2008 * 00:58

Il Papa: indegno morire così
17/8/2008 (17:33) - SANGUE SULLE STRADE
Incidenti, il Papa: indegno morire così
"Autista saggio", il decalogo del teologo
Benedetto XVI
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+ Controesodo, al via i primi rientri
SERVIZIO Infotraffico
Appello del Pontefice alla sicurezza. Padre Antonio Rungi stila un manuale con le regole per guidare con prudenza
CASTEL GANDOLFO
Dopo gli incidenti degli ultimi giorni anche il Vaticano lancia un appello per la sicurezza sulle strade. Di fronte alle «notizie che giungono, specialmente in questo periodo, di numerosi e gravi incidenti stradali», Benedetto XVI chiede «maggiore senso di responsabilità». «Vorrei oggi proporre un’altra intenzione per cui pregare, date le notizie che giungono, specialmente in questo periodo, di numerosi e gravi incidenti stradali. Non dobbiamo abituarci a questa triste realtà. Troppo prezioso infatti è il bene della vita umana e troppo indegno dell’uomo è morire o ritrovarsi invalido per cause che, nella maggior parte dei casi, si potrebbero evitare. Occorre certo maggiore senso di responsabilità. Anzitutto da parte degli automobilisti, perchè gli incidenti sono dovuti spesso all’eccessiva velocità e a comportamenti imprudenti». Lo ha detto il Papa affacciandosi al balcone del Cortile interno del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo prima della recita dell’Angelus.

«Condurre un veicolo sulle pubbliche strade richiede senso morale e senso civico - ha aggiunto Benedetto XVI - A promozione di quest’ultimo è indispensabile la costante opera di prevenzione, vigilanza e repressione da parte delle autorità preposte». «Come Chiesa, invece, ci sentiamo direttamente interpellati sul piano etico - ha sottolineato - i cristiani devono prima di tutto fare un esame di coscienza personale sulla propria condotta di automobilisti; le comunità inoltre educhino tutti a considerare anche la guida un campo in cui difendere la vita ed esercitare concretamente l’amore del prossimo».

Accogliendo l’appello di Benedetto XVI, il teologo padre Antonio Rungi ha fissato in «dieci regole di comportamento morale il modo di agire di un automobilista saggio e prudente», chiaro riferimento alla situazione attuale dell’Italia e alle tristi notizie di incidenti stradali con morti e feriti, a cui ha fatto riferimento lo stesso Pontefice all’Angelus di oggi. Ecco il testo del decalogo di Rungi.

1) Nella guida sii attento e vigilante, evitando di utilizzare strumentazione di ogni tipo, quale cellulare, dvd, tom-tom, tv ed altro che ti deconcentrano dalla guida e dalla responsabilità che hai verso te stesso e verso gli altri.

2) Non far uso di alcuna sostanza o bevanda che possa alterare il tuo normale stato fisico e psichico, per dare sicurezza a te e agli altri nei tuoi viaggi.

3) Evita ogni tentazione di andare veloce su strade principali e secondarie, perchè le cause frequenti di incidenti con morti e feriti gravi sono da attribuire proprio l’alta velocità.

4) Osserva il codice della strada nei minimi particolari, soprattutto nei centri abitati o nelle zone di maggiore traffico.

5) Proteggi i bambini e i passeggeri che sono sul tuo autoveicolo con tutti i sistemi di sicurezza della tecnologia moderna. Investire in sicurezza premia sempre.

6) Non metterti in viaggio se sei stano, nervoso ed agitato o sottopressione per motivi di stress di ogni genere o se c’è l’urgenza di arrivare nei luoghi dove devi andare.

7) Scegli di viaggiare in condizioni meteorologiche più adatte, soprattutto se si tratta di lunghi e faticanti viaggi.

8) Non gareggiare con altri sulle strade, soprattutto se hai macchine ed auto potenti, pensando che ti trovi su un circuito automobilistico e puoi correre senza rispettare regole.

9) Non rispondere a provocazioni mentre sei sulla strada e guida la tua auto con tranquillità e serenità, non dando importanza agli esibizionisti della strada.

10) In caso di incidente fermati subito e soccorri quanti hanno bisogno di aiuto. Non essere vigliacco, soprattutto se sei stato tu a causare il danno.

«A queste regole civili aggiungerei- afferma padre Rungi- anche un costante pensiero rivolto a Dio con la preghiera per chi crede e farei dei miei viaggi un tempo di preghiera e di serena riflessione sulla parola di Dio, soprattutto se in macchina ci sono viaggiatori che credono e pregano. Ogni viaggio per me -conclude il teologo- dovrebbe essere un breve o lungo pellegrinaggio, anche quando si va a fare compere e spese per le proprie ed altrui necessità e non solo quando si va in vacanza, ma soprattutto nella vita ordinaria e quotidiana».

 


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