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IL Tempo intervista Franco Piacentini, vicepresidente dell'Aifvs

7 settembre 2008


«Pochi i controlli in strada, gli italiani lo sanno e bevono»

Sulla problematica della guida in stato d'ebbrezza abbiamo sentito Franco Piacentini, vicepresidente dell'Associazione italiana familiari e vittime della strada (Aifvs).
Cosa ne pensa della questione?
«Credo che finchè gli italiani non avranno la certezza che, se guidano dopo aver bevuto, le forze dell'ordine li fermeranno e dovranno pagare per la loro infrazione il problema continuerà a esistere.

 Inoltre bisogna smettere di pensare che la patente sia una licenza che lo stato deve garantire per tutta la vita: ci sono casi in cui non si può guidare».
Quindi, secondo lei, le forze dell'ordine non fanno abbastanza?
«No, non penso questo. Dico semplicemente che bisognerebbe incrementare il numero di agenti e di militari impegnati su questo fronte poichè una problematica che riguarda il diritto alla vita e la tutela della salute meriterebbe più attenzione. È molto più difficile morire o rimanere gravemente feriti in uno scippo che in un incidente stradale: questo è un dato di fatto».
Perchè gli italiani continuano a guidare in stato d'ebbrezza?
«Ci sono almeno due motivi: innanzitutto perchè sanno che, quasi certamente, nessuno li fermerà. Il secondo è invece di natura culturale: nel nostro paese non si fa altro che incoraggiare il consumo di alcolici. Questo non aiuta ad affrontare realisticamente lo stretto legame tra gli incidenti stradali e l'assunzione di alcolici. Si va alla sagra della birra, poi si torna a casa in auto».
E per quanto riguarda l'assunzione di droghe?
«Ho apprezzato l'iniziativa pilota per individuare il consumo di droghe nei guidatori ma vorrei che non rimanesse tale. Credo che bisognerebbe investire per garantire controlli a tappeto anche su questo, testare tecniche di rilevazione immediata che possano escludere la presenza del personale sanitario nei posti di blocco e, quindi, abbattere i costi».
Cosa ne pensa delle pene previste per i guidatori che uccidono perchè in stato di ebbrezza o sotto l'effetto di droghe?
«Forse non sono adeguate ma vorrei che non si arrivasse mai a questo: bisogna investire nella prevenzione. Nessuna pena, per quanto aspra, può restituire la vita».
Ver. Mor.


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