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Affondano il pedale con la strada tutta libera pensando di essere soli quando invece il lungotevere è prima di tutto una corsia pedonale lungo il Tevere, e quando un'auto corre a 120 all'ora neanche la vedi arrivare quando ti travolge mentre attraversi

ILTEMPO 10 marzo 2009

L'Associazione italiana familiari e vittime della strada (Aifvs) punta il dito contro gli automobilisti che di notte usano i lungotevere come piste di Formula uno.

E il peggio è «che chi corre conta sul fatto che non li controlla nessuno» accusa Gianmarco Cesari, avvocato di Aifsv, che reputa «necessaria una videosorveglianza che funzioni realmente e la consapevolezza da parte degli automobilisti di non potersi scatenare senza che nessuno se ne accorga». Il rischio è sotto gli occhi: un pirata della strada non ancora identificato, nonostante gli sforzi enormi dei vigili urbani del I Gruppo che non stanno tralasciando nulla, per arrivare ad individuare il colpevole. «Adesso si conta molto sulle telecamere, soprattutto su quelle presenti nella zona ma chi sa quante di queste realmente funzionano e non sappiamo quale sia la qualità dei filmati, ammesso che ci siano» continua Cesari. E intanto si continua a rischiare la pelle sul tratto di strada di un chilometro nemmeno, dove può succedere di tutto, anche precipitare con l'auto dentro il Tevere, come è successo a marzo del 2007 allo studente della Luiss di 23 anni annegato nella sua Mini Cooper dopo aver sfondato la balaustra sul ponte Palatino, il «ponte all'inglese» davanti all'Isola Tiberina. Qualche centinaio di metri più in là, a marzo dell'anno scorso, sono morte travolte da un'auto le due turiste irlandesi. Ma anche la sosta selvaggia può trasformarsi in un killer: uccidere come è successo qualche settimana fa tra lungotevere dei Sangalli e via dei Bresciani, dove il 25 febbraio scorso un'ottantanovenne costretta a scendere dal marciapiede perché un'auto parcheggiata le ostacolava il cammino è stata travolta da un'auto in corsa sulla strada. «Non esiste alcuna protezione per i pedoni - conferma l'avvocato Cesari - e si deve anche constatare che non esiste alcuna vera videosorveglianza di notte quando i due lungotevere si trasformano in due autostrade incustodite». E servono più controlli, perché l'enorme impegno di forze dell'ordine e polizia municipale, non è ancora sufficiente. «Quando i fidanzatini furono travolti all'incrocio con via Regina Margherita e la Nomentana chiedemmo di effettuare un monitoraggio più pressante sulle patente dei romani perché Lucidi guidava senza patente da anni, addirittura dal 2001 senza che nessuno lo controllasse» ricorda l'avvocato di Aifvs, che chiede ulteriori sforzi per prevenire i fattori di rischio. «Isole salvagente, buche, ma anche controlli sulle patenti, su chi sia il titolare effettivo del documento e se sia realmente in possesso di tutti i requisiti psichici e fisici necessari per guidare in sicurezza». G. M. Col.


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