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News


Da l'Unione Sarda

Villacidro. Nel processo per omicidio colposo celebrato a Cagliari ammessa per la prima volta l'Aifvs
Vittime della strada parte civile

 

Investì un ciclista, automobilista condannato
 
Giovedì 12 marzo 2009
Per la prima volta in Sardegna l'associazione che tutela le vittime degli incidenti stradali si è potuta costituire parte civile nel processo contro l'imputato accusato di omicidio colposo, come previsto da una legge varata nove anni fa.
 L 'auto procedeva a forte velocità, preceduta da un'utilitaria molto più lenta: all'improvviso la visibilità si era abbassata a causa del sorgere del sole e il conducente, per evitare il tamponamento, aveva frenato bruscamente e sterzato sulla destra. Nella piazzola di sosta c'era un ciclista, fermo, ed era stato travolto.
Così l'automobilista è stato portato davanti al giudice con l'accusa di omicidio colposo e ieri, per la prima volta in Sardegna, la seconda in Italia, l'Associazione italiana familiari e vittime della strada onlus si è costituita parte civile insieme ai parenti della vittima. Si tratta della traduzione pratica di una legge del 2000 che consente alle «associazioni di promozione sociale l'intervento nei processi civili e penali per il risarcimento dei danni derivanti dalla lesione di interessi collettivi concernenti le finalità generali perseguite».
L'Aifvs ha interesse a partecipare in qualità di danneggiata dal reato, si legge nell'atto di costituzione come parte civile presentato dall'avvocato Ettore Cinus, «poiché costituisce lesione diretta e immediata degli scopi statutari e dei fini sociali e individuali. L'azione delittuosa ha infatti cagionato non solo la violazione delle situazioni giuridiche soggettive della persona offesa ma anche la lesione di interessi collettivi la cui seria tutela è perseguita dall'associazione, effettivamente e in ambito nazionale, in rappresentanza di tutte le incolpevoli vittime di reati sulla strada e dei superstiti, per rendere loro giustizia e combattere la strage silente che ogni giorno si consuma sulle strada, prevenendo e propugnando la repressione delle condotte sconsiderate che costituiscono un'offesa gravissima alla sicurezza della collettività».
L'incidente stradale di cui si è discusso ieri mattina davanti al gup di Cagliari Ermengarda Ferrarese risale al 23 settembre 2007: insieme ad altri ciclisti Luca Ortu stava percorrendo in bicicletta la strada provinciale di Villacidro quando, per aspettare un amico rimasto indietro, si era fermato in una piazzola di sosta. All'improvviso gli era piombata addosso la Fiat 600 condotta da Andrea Peddis, 23 anni di Cagliari residente a Gonnosfanadiga, e per il ciclista non c'era stato nulla da fare.
Era stato subito chiaro che l'incidente fosse stato causato dall'eccessiva velocità ma poi il consulente tecnico del pubblico ministero aveva individuato anche un concorso di colpa in capo al ciclista che avrebbe effettuato una inversione a U in un tratto della strada pericoloso visto che una curva impediva la visuale. Gli avvocati di parte civile sono riusciti però a dimostrare che quando è stato travolto, il ciclista era fermo nella piazzola di sosta, la visibilità in quel tratto di strada era ottima e la carreggiata libera da autoveicoli. Insomma, la dinamica dell'incidente non è quella ricostruita dal consulente tecnico che contraddiceva quanto riferito da numerosi testimoni, a cominciare dal gruppo di ciclisti che procedeva lungo la provinciale per Villacidro insieme a Luca Ortu. Soltanto dopo l'attraversamento della strada era sopraggiunta l'auto di Peddis che, lanciata a forte velocità, aveva travolto il ciclista fermo nella piazzola (e non in mezzo alla carreggiata nell'atto di completare l'inversione). Peddis aveva frenato bruscamente, non a caso sull'asfalto c'erano tracce di pneumatico per circa 70 metri e i testimoni hanno parlato di una violenta fumata della Fiat Seicento.
Ecco perché il giudice ha escluso il concorso di colpa della vittima dell'incidente nel ratificare la pena concordata per l'imputato da accusa e difesa: Andrea Peddis ha patteggiato un anno di reclusione con la condizionale e la sospensione della patente per due anni. Dovrà inoltre risarcire le spese di giudizio alla vedova e ai parenti del ciclista che si sono costituiti parte civile e anche, novità assoluta in Sardegna, all'associazione italiana familiari e vittime della strada. Quanto al danno morale e materiale, sarà quantificato in un separato giudizio civile.
M. F. CH.

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