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Casilina: confessa e resta libero il pirata che uccise un uomo tre giorni fa


«Sono scappato per paura». Denunciato a piede libero
per omicidio colposo fuga e omissione di soccorso

       
 Il messaggero 15 marzo 2009       
     
ROMA (14 marzo) - Prima ha negato, poi tra le lacrime ha confessato ai vigili urbani che l'hanno individuato e portato al Comando del VIII Gruppo, di aver investito e ucciso Igino Cecchi, 58 anni. S.F., 50 anni, elettrauto, sposato con due figli, ha ammesso di esser scappato per paura.
S.F. comunque non andrà in carcere. È stato infatti denunciato a piede libero per omicidio colposo e potrà tornarsene a casa. L'uomo è uscito dal Comando del VIII Gruppo ed è stato scortato dai vigili fino a casa. Ad aspettarlo fuori dal comadano i parenti della vittima che gli hanno gridato «sei una
m...».

Dopo tre giorni di indagini, è stato rintracciato stamani nel suo appartamento a Ponte di Nona e individuato come l'autore dell'incidente avvenuto nella notte tra l'11 e il 12 marzo in via Fontana Candida, alla periferia di Roma. Tra gli elementi che hanno consentito agli agenti di rintracciare il pirata della strada, un filmato registrato da una telecamera (le foto) nel quale si vede chiaramente l'incidente ma non la targa della macchina.

La confessione. Portato al comando, ha subito detto di non esser stato l'autore dell'investimento, poi però si è messo a piangere e, afferma uno dei vigili, «ha ammesso la sua responsabilità spiegando che aveva intenzione di costituirsi tra oggi e domani perché non dorme da tre giorni e non sentiva la coscienza a posto».

«Credevo di aver colpito un animale». Nel corso dell'interrogatorio l'uomo avrebbe dichiarato di aver visto una cosa scura, sentito un urto, ma ha supposto che si trattasse di un animale. Tornato a casa ha raccontato di aver visto Roma-Arsenal e di aver saputo dopo, dai telegiornali, dell'incidente: «A quel punto ho capito che potevo essere stato io».

Il veicolo col quale S.F. ha investito Checchi è una Fiat Palio station vagon grigio canna di fucile ritrovata in via Padre Domenico da Uster, a Ponte di Nona. Sul cofano una profonda ammaccatura e il parabrezza anteriore completamente distrutto. L'autovettura è stata trovata dai vigili urbani grazie a un'attività investigativa ininterrotta per tre giorni e tre notti con perlustrazioni e pattugliamenti, l'uso dell'elicottero, controlli di tracce telefoniche, visioni di filmati di telecamere a cui sono seguiti accertamenti e riscontri. L'autovettura sarà esaminata dalla polizia scientifica per trovare tutte le conferme necessarie a quanto già ammesso dall'autore dell'incidente.

La famiglia: pretendiamo giustizia. «Ringraziamo Dio e ringraziamo la polizia municipale per aver trovato il responsabile dell'uccisione di Igino. Adesso vogliamo giustizia, la vera giustizia» ha detto la moglie filippina della vittima. Leonor Florentin, 30 anni in Italia era sposata con Igino da 21 anni.

Il fratello Umberto ha poi aggiunto che «ho avuto fiducia nella giustizia e voglio continuare ad averla». Poi singhiozzando ha detto: «L'ha lasciato come un cane in mezzo alla strada. Si doveva fermare, non posso avere pietà, è un italiano come noi, deve pagare fino all'ultimo». Umberto guardando i vigili urbani e il comandante Antonio Di Maggio, ha detto: «Giustizia deve essere fatta, lui oggi non deve uscire da qui, se esce lo fermiamo noi». Per poi aggiungere: «Pagano i romeni, paghino anche gli italiani, anche per dare un esempio di giustizia ai romeni».


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