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Articolo Roma Sette - da A.I.F.V.S. onlus il 21/02/2006 * 00:08

ROMASETTE
informazione on line della Diocesi di Roma  / lunedì 20 febbraio 
In città : Vittime della strada
 

In città : Vittime della strada
 
80mila veicoli e 40mila scontri, per un totale di 186 persone decedute: gli incidenti nella Capitale dal luglio 2004 al giugno 2005 di Francesco Lalli

Una guerra e nemmeno tanto piccola. I numeri riguardanti gli incidenti stradali a Roma, presentati giovedì dalla polizia municipale in occasione del progetto "La scuola visita la centrale del traffico” promosso dal Comune e dall’Atac, purtroppo parlano chiaro: undici mesi, 40mila scontri che hanno coinvolto ben 80mila veicoli e, il dato più agghiacciante di tutti, ben 186 vittime. Di questi quasi la metà è composta da giovani sul motorino oltre che da pedoni - 63 i morti in questo caso - uccisi il più delle volte da un azzardo, una manovra sbagliata, una buca di troppo o più semplicemente dalla distrazione.

«Ho perso un figlio, sono passati più di otto anni, e vedo che la situazione non è cambiata, anzi…», commenta Patrizia Quaresima, membro della segreteria nazionale e corresponsabile a Roma dell’associazione Familiari e vittime della strada.

«Certo qualche tempo fa la prevenzione non si sapeva nemmeno che cosa fosse – continua - ma ancora molto rimane da fare e questi dati lo dimostrano: troppe buche, troppe strade con limiti di velocità imposti ma senza alcun controllo che vengano rispettati e, soprattutto, nessuna educazione stradale nelle scuole. Vale a dire dove sarebbe più urgente farla come prevede la legge 230». Più mezzi di prevenzione e rispetto delle normative, dunque, ma anche qualcosa di altrettanto urgente e fondamentale: il rispetto. «Nessuno si chiede cosa segue alla morte di un proprio caro e cosa accade ai tanti che non muoiono ma rimangono invalidi a vita. I processi, le lungaggini della burocrazia, le assicurazioni che vogliono liquidare con somme di denaro senza capire che ciò che vogliamo è più sicurezza affinché tutto ciò non accada di nuovo ad altri».

«Talvolta la vittima muore due volte – le fa eco Maurizio Galli Angeli del direttivo nazionale dell’associazione -: una prima volta sulla strada e una seconda in tribunale, dove il più delle volte si assiste alla conclusione di un processo in un quarto d’ora con relativo patteggiamento». Così è successo anche nel caso di Maurizio Cianfanelli, di cui Galli era amico e a cui, insieme al padre del ragazzo ucciso nel 1999 da un auto che faceva inversione di marcia, ha dedicato il sitp I corti di Mauri. «Un’idea che ci è venuta dalla passione per il cinema che Maurizio aveva. Il sito infatti raccoglie una serie di cortometraggi fatti da ragazzi delle scuole e dedicati alla sicurezza stradale. Un vero e proprio concorso promosso dall’associazione insieme alla Provincia, con tre vincitori i cui lavori vengono anche raccolti in un dvd e valorizzati sul sito. Ma evidentemente non basta».

Eppure qualcosa si è mosso, come spiega lo stesso Galli Angeli, grazie al disegno di legge 3337, divenuto legge da pochi giorni: «L’iniziativa prevede un’accelerazione dei processi, pene rieducative per i colpevoli e un previsionale di risarcimento fissato tra il 30 e il 50%». Ma intanto cosa fare per diminuire la carneficina? «Una maggiore educazione da parte di tutti, altrimenti nessuna legge è sufficiente. La media europea per città della stessa grandezza della Capitale è molto più bassa: questo vuol dire che la responsabilità è innanzitutto di noi cittadini».


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